La Commissione europea vuole rinforzare la lotta alla frode fiscale dei cittadini dell'UE residenti in Svizzera e a tale scopo vuole rinegoziare l'attuale accordo sullo scambio automatico di informazioni (SAI) firmato con Berna. I Ventisette hanno chiesto all'unanimità all'esecutivo europeo di discutere con la Svizzera sull'aiuto nel recupero dei debiti fiscali, ha dichiarato mercoledì a Keystone-ATS un portavoce della Commissione, confermando le informazioni del "NZZ am Sonntag".
A maggio gli Stati membri hanno incaricato la Commissione di rivedere l'accordo sullo scambio automatico di informazioni, secondo i documenti pubblicati all'epoca. L’obiettivo era quello di tenere conto dei cambiamenti che si sono verificati a livello internazionale.
La settimana scorsa la Commissione dell'economia e dei diritti d'autore del Consiglio degli Stati è stata informata dell'andamento dei negoziati. Essa nutre forti riserve riguardo ad un possibile ampliamento del mandato negoziale e non vede alcun motivo per discostarsi dal mandato definito in vista dell'aggiornamento dell'accordo, hanno poi indicato i servizi del Parlamento.
L'accordo sullo SAI, in vigore dal 2017, contribuisce alla lotta contro l'evasione fiscale transfrontaliera, scrive la Confederazione sul suo sito web. Nell’ambito di questo accordo, la Svizzera e gli Stati membri dell’UE si scambiano dati bancari.
Per Bruxelles questo sostegno è importante per combattere la frode, l’evasione e l’evasione fiscale. La grande maggioranza dei paesi di tutto il mondo fornisce una qualche forma di assistenza nel recupero dei debiti fiscali, ha spiegato il portavoce.