Luca Cereda e i suoi ragazzi possono andare in pausa tranquilli: hanno fatto il loro e il pubblico, ancora una volta numerosissimo, a fine gara li ha lungamente applauditi e osannati. Probabilmente la svolta della partita contro i grigionesi è venuta sul finire del primo tempo, quando i biancoblù hanno saputo resistere per cinque minuti di inferiorità numerica (penalità contro Wütrich, che è tornato anzitempo negli spogliatoi).
Per la cronaca: Inti Pestoni, che non è di certo un bomber, non segnava da ben tredici partite. Il suo gol, stavolta, è bastato per decidere un match estenuante e tiratissimo sino alla sirena finale.
Per battere la squadra più forte della Confederazione, come ha insegnato lo stesso Ambrì venerdì sera, ci vogliono disciplina, resilienza e anche un po' di fortuna. Al Lugano di questi tempi, poi, non è sufficiente giocare per 60 minuti col cuore in mano per venire a capo dello Zurigo, che ieri sera alla Corner Arena ha saputo riscattarsi dalla sconfitta interna di venerdì sera contro l'HCAP.
Parlavamo di disciplina: i bianconeri hanno certamente compiuto un passo in avanti sotto questo profilo ma non abbastanza, perché sono bastati alcuni errori (fatali) per consegnare la vittoria ai più blasonati rivali. Insomma: i Lions, che non hanno disputato la loro miglior partita stagionale, hanno saputo approfittare al massimo delle occasioni avute. Il Lugano non esce comunque male da questo delicatissimo confronto: ha giocato alla pari dei campioni svizzeri per lunghi tratti e ad un certo punto si è pure trovato meritatamente in vantaggio (2-1 al termine del primo periodo: alla rete di Sigrist hanno risposto Alatalo e il bravo Canonica).
Purtroppo, però, la ripresa gli è stata fatale, con un parziale di 0-3 che ha lanciato gli ospiti verso la vittoria. Un parziale per altro evitabile. Clamoroso infatti l'errore di Fazzini che sul 2-3, e con il Lugano in power play, ha commesso un errore decisivo, permettendo a Sigrist di involarsi verso Schlegel e segnare il punto del 2-4. Un vero peccato, perché sino a quel momento la partita era stata apertissima. Nell'ultimo tempo, poi, i bianconeri ci hanno provato ma alla fine la squadra di Crawford ha saputo controllare il gioco e portare a casa il successo (segnando con Baechler a porta vuota). Agli uomini di Gianinazzi resta comunque il rammarico di non aver saputo mantenere la concentrazione con più continuità. Quella che ha fatto la differenza, perché allo Zurigo non si può regalare nulla, anche quando non è nella sua serata migliore.
Parlavamo di disciplina: i bianconeri hanno certamente compiuto un passo in avanti sotto questo profilo ma non abbastanza, perché sono bastati alcuni errori (fatali) per consegnare la vittoria ai più blasonati rivali. Insomma: i Lions, che non hanno disputato la loro miglior partita stagionale, hanno saputo approfittare al massimo delle occasioni avute. Il Lugano non esce comunque male da questo delicatissimo confronto: ha giocato alla pari dei campioni svizzeri per lunghi tratti e ad un certo punto si è pure trovato meritatamente in vantaggio (2-1 al termine del primo periodo: alla rete di Sigrist hanno risposto Alatalo e il bravo Canonica).
Purtroppo, però, la ripresa gli è stata fatale, con un parziale di 0-3 che ha lanciato gli ospiti verso la vittoria. Un parziale per altro evitabile. Clamoroso infatti l'errore di Fazzini che sul 2-3, e con il Lugano in power play, ha commesso un errore decisivo, permettendo a Sigrist di involarsi verso Schlegel e segnare il punto del 2-4. Un vero peccato, perché sino a quel momento la partita era stata apertissima. Nell'ultimo tempo, poi, i bianconeri ci hanno provato ma alla fine la squadra di Crawford ha saputo controllare il gioco e portare a casa il successo (segnando con Baechler a porta vuota). Agli uomini di Gianinazzi resta comunque il rammarico di non aver saputo mantenere la concentrazione con più continuità. Quella che ha fatto la differenza, perché allo Zurigo non si può regalare nulla, anche quando non è nella sua serata migliore.
Nella partita che ha segnato il ritorno di Arcobello (Zohorna era infortunato), in casa bianconera si è assistito all'esordio in National League del diciannovenne Enea Togni, che ha effettuato alcuni cambi in qualità di settimo difensore. Sufficiente la sua prova. Assente perché febbricitante Schultz, coach Gianinazzi ha schierato Meile con Jesper Peltonen. Dopo il successo sui Lakers, i bianconeri sono tornati alla dura realtà del campionato, con una sconfitta che non deve però scoraggiare. Si sono visti dei miglioramenti, ci si aspettava di più dagli stranieri.
Ma intanto oggi pomeriggio a Davos (ore 15.45) al Lugano si presenta subito una buona occasione per tornare a punti. Poi, durante la pausa della Nazionale, il tandem Gianinazzi-Törmänen potrà lavorare soprattutto sulla testa dei giocatori, in vista delle ultime sfide prima di Natale (derby compreso).