Svizzera, 15 dicembre 2024

Tra europeismo e protezione dei salari, l'accordo con l'UE divide il PS

Fra alcuni giorni, con tutta probabilità, sarà finalizzato l'accordo tra Unione europea e Svizzera. Ancora prima della votazione popolare, perchè vada in porto, l'accordo dovrà essere approvato dal Parlamento. Un ostacolo non da poco visto che il partito con più deputati, l'UDC, lo respingerà quasi sicuramente in blocco. Ma anche negli altri partiti non mancano le voci critiche. Come il partito socialista, che anche se è di gran lunga quello più europeista, è diviso al suo interno tra chi vuole un accordo a tutti i costi e coloro che danno più importanza alla protezione dei salari che questo accordo potrebbe mettere in discussione. Fra i più accaniti sostenitori dell'accordo c'è Eric Nussbaumer che da tempo si batte per una maggiore integrazione nell’Unione Europea. Il deputato di Basilea-Campagna era quindi decisamente a favore dell’accordo quadro, che è fallito nel 2021, come fa oggi per il Bilaterale III, o anche per il “pacchetto di stabilizzazione”, come lo chiama lui.

Il Consiglio federale dovrebbe mettere per tempo il nuovo pacchetto europeo sotto l'albero di Natale della popolazione. Il governo discuterà quindi il risultato nelle sedute del 13 e 20 dicembre. Già il giorno successivo l’accordo dovrebbe essere firmato a Berna alla presenza della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Per Nussbaumer si tratta della prima vittoria di tappa. Ma è più che dubbio che riuscirà a portare a compimento questa vittoria. Dipenderà anche dalla posizione del Partito socialista.”L'importante è risolvere in modo soddisfacente la questione della protezione salariale”, spiega il consigliere nazionale. “Misure di sostegno stabile e integrazione europea vanno di pari passo nel mio partito”.



Una clausola detta di “non regressione” deve garantire che la protezione salariale sia garantita al livello appena stabilito, qualunque cosa accada in futuro nell’UE. Anche Nussbaumer spera di trovare dei compromessi in politica interna. “Dobbiamo sempre considerare entrambi, la tutela salariale e i contratti affidabili devono integrarsi a vicenda. Terrò d’occhio il pacchetto complessivo e ci sono buone probabilità che i benefici prevalgano”, afferma il socialista al Blick.

Il basilese presume quindi che anche il suo partito sosterrà l'accordo. “Semplicemente non riesco a immaginare il PS marciare con i populisti di destra contro la continuazione del percorso bilaterale”. Da parte dei sindacati tuttavia resta lo scetticismo. "Alla situazione attuale assistiamo a un notevole indebolimento di importanti strumenti di protezione salariale e a dannose liberalizzazioni nel settore ferroviario ed elettrico", afferma il leader sindacale e consigliere agli Stati socialista Pierre-Yves Maillard. “Non possiamo sostenere un progetto del genere”. Secondo lui la ripresa della legge europea sui salari resta inaccettabile.

"Un'efficace protezione salariale resta la migliore clausola di salvaguardia", ha dichiarato Maillard a proposito della tanto discussa clausola per limitare l'immigrazione. “Allo stesso tempo è essenziale rafforzare ulteriormente la protezione salariale attraverso misure aggiuntive in Svizzera”. Il sindacalista chiede inoltre che gli accordi ferroviari ed elettrici siano trattati separatamente.

Opinione condivisa anche da Adrian Wüthrich, presidente di Travailsuisse: "Finora ci mancano garanzie che assicurino nero su bianco la tutela dei salari al livello attuale", dichiara l'ex consigliere socialista. "Se il Consiglio federale non aggiunge altro, i rischi per i lavoratori sono semplicemente troppo grandi." Secondo lui anche i segnali inviati dall'economia sono deludenti. “Invece di migliorare le condizioni di lavoro, si sta indebolendo sempre più il partenariato sociale”.

Non è quindi certo che il PS alla fine sosterrà il pacchetto. Il partito rischia di ritrovarsi diviso tra i sostenitori dell'UE come Eric Nussbaumer e l'ala sindacale rappresentata da Pierre-Yves Maillard. Uno scenario che il presidente Cédric Wermuth considera improbabile: “Se alla fine la destra si impone davvero e abusa della politica europea per indebolire la tutela salariale e il servizio pubblico, ci difenderemo con i sindacati. Non ci sono differenze su questo argomento”.

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