TORINO (Italia) – Si sono tolti la vita assieme pochi giorni dopo aver raccontato il loro dolore a un giornale locale: due anni prima la loro unica figlia si era impiccata non riuscendo a sostenere il peso delle violenze sessuali subite da un parente quando era molto piccola, a 5-6 anni. Abusi di cui nessuno si era accorto.
La triste vicenda riguarda una famiglia di Orbassano, in provincia di Torino: Alessandro Giacoletto, medico di 64 anni, e la moglie, Cristina Masera, farmacista di 59 anni, erano stati ritrovati lo scorso 9 dicembre privi di conoscenza e in condizioni disperate all’interno della loro auto chiusa nel garage di casa, pochi giorni dopo aver raccontato ciò che era successo alla figlia a ‘L’Eco del Chisone’. A nulla erano valsi i soccorsi: la donna morì nove giorni dopo il ricovero in ospedale, mentre il marito l’ha raggiunta il 23 dicembre dopo due settimane in rianimazione.
“Suicidio non è la parola corretta – avevano spiegato al quotidiano riferendosi alla vicenda della figlia – Chi pone fine alla propria vita a causa di una violenza è vittima di un omicidio psichico e il suo aguzzino è un assassino. Ora noi siamo soltanto ombre”. La ragazza nel 2022 raccontò ai genitori che l’origine dei suoi attacchi d’ansia, di cui soffriva da cinque anni, erano stati gli abusi sessuali subiti da un parente, deceduto da tempo.