LUGANO - Quando Evans Maurin, veloce centrocampista del Grasshopper con trascorsi a Chiasso, ha spedito la palla alle spalle di Saipi dopo nemmeno sette minuti di gioco, nessuno immaginava che la squadra zurighese potesse reggere sino al fischio conclusivo del signor Fändrich. Eppure c'è davvero mancato poco che finisse male per i bianconeri, che per lunghi tratti hanno balbettato calcio e si sono dovuti affidare alla grinta e al cuore del loro centrale grecoPapadopolous, autore della rete del pareggio a meno di quattro minuti dalla fine, in una fase in cui gli ospiti si erano arroccati davanti al loro portiere, difendendosi per altro con ordine dagli attacchi del Lugano.
Il colpo di testa del Papa ha però evitato che anche questa partita terminasse con una sconfitta (sarebbe stata la seconda di fila, dopo San Gallo) e insinuasse nella mente dei bianconeri dubbi e timori. La squadra di Croci Torti ha così avvicinato la capolista Basilea che oggi, tuttavia, giocherà contro il Servette e potrà allungare il suo vantaggio in classifica. Morale della favola: il pareggio contro le cavallette frena ulteriormente gli entusiasmi ma dice anche che i ticinesi non mollano mai: in fondo tutti si sono sacrificati per raggiungere il pari, risultato che magari starà loro stretto ma che il Grasshopper, reduce da 8 risultati consecutivi, non ha affatto demeritato.
A livello di prestazione il Lugano ha compiuto un passo indietro: sono mancate idee, intensità e, per la verità, la strategia attuata dagli zurighesi si è rivelata pagante. Grazie alla loro fisicità e alla loro aggressività hanno creato non poche difficoltà ai bianconeri, a cui è mancata lucidità nella manovra e sotto porta. Ricordiamo infine che i padroni di casa il secondo gol lo avrebbero trovato nei secondi di recupero: ma Koutsias, autore del punto, si è fatto pescare in fuorigioco. Millimetrico.