“Mi appassiono ancora e mi diverto sempre. Il calcio, gli arbitri sono una parte importante della mia vita”. Silvio, del resto, è sempre presente sui campi del Cantone, in particolar modo a Cornaredo in occasione delle partite del Lugano. “La federazione svizzera mi ha incaricato di accompagnare arbitro, assistente e quarto uomo dal momento in cui arrivano in città. Lo faccio volentieri: è una occasione di scambio e aggregazione”. Per l’ex giacchetta nera, l’ultimo anno è stato difficile. “Avrei chiuso nella FTC, visto che sono andato in pensione. Ma pensavo di meritare miglior trattamento”, ci ha detto nei giorni scorsi al telefono. L’impressione è che non gli sia ancora passata. Lo possiamo capire.
Silvio Papa: sei mesi sono passati da quando la lasciato la presidenza della commissione arbitri. Come hai vissuto questo passaggio di consegne?
E’ stato un trapasso traumatico per il modo e nella forma in cui mi è stato comunicato. Dopo oltre 50 anni di appartenenza a un’associazione essere messo alla porta in quel modo fa male oltretutto quando la pianificazione della nuova stagione era già in corso.
Ma di chi è stata la decisione di sostituirla dopo 10 anni quale preposto e dopo aver praticamente vissuto una vita in seno alla FTC?
Non è assolutamente mia intenzione colpevolizzare qualcuno, posso solo dire che probabilmente nessuno del comitato ha osato contraddire una decisione presa alla velocità del suono e già comunicatami.
Dopo poco tempo ha inoltrato le dimissioni da membro di comitato: come ha motivato questa decisione?
Ritengo sia stata una decisione logica. Analizzando con tutta calma i pro e i contro ho scelto di lasciare il comitato, visto che non mi sentivo più a mio agio. Un vero peccato. Ripeto: dopo tanti anni credevo di meritare maggior considerazione.
Come è stata presa dagli arbitri la sua partenza?
Naturalmente ci ho pensato più volte: ricordo il 2014 anno in cui mi è stato affidato il compito di formare una nuova commissione arbitri partendo su basi non certo idilliache di cui ben pochi oggi ne sono al corrente, accettando un impegno molto difficile e per il quale ho dato anima e cuore. Il tutto a favore del calcio regionale. Ma tornando alla domanda: mi ha fatto particolarmente piacere la grande solidarietà ricevuta sia dal Ticino che, e soprattutto, da oltre Gottardo. Come in tutte le cose in questi momenti si vedono i veri amici per contro altri si defilano e spariscono nel nulla.
Riassumendo: quali sono state le attività che lei ha svolto in tutti questi anni?
Uno dei lavori più impegnativi è stato quello della traduzione completa delle regole di gioco in italiano, visto che le lingue usate dall’IFAB si limitano all’inglese, al tedesco, al francese e allo spagnolo. Le regole dovevano poi essere adattate stagione dopo stagione. Inoltre: la mia commissione è partita con lo slogan ascolto e trasparenza. Il primo passo è stato quello di pubblicare un bollettino nel quale venivano date agli arbitri e a tutti gli interessati informazioni sul movimento. Abbiamo allargato gli orizzonti in ambito nazionale con gli scambi con Argovia, Vaud e Friborgo. Scambi ben accettati anche dalle nostre società. Abbiamo formato un gruppo talenti sotto la direzione di Francesco Bianchi. Un gruppo che ci ha dato e che potrà dare ancora a breve grandi soddisfazioni.
Avete lavorato anche con federazioni improbabili.
Grazie alle conoscenze abbiamo avuto la fortuna di far arbitrare due partite di Terza Lega e una di allievi a terne provenienti dal Qatar. Arbitri di livello internazionale che si trovavano a Tenero per un campo d’allenamento. Oltre a ciò, grazie anche alla collaborazione del compianto Oscar Cariaga, abbiamo avuto la possibilità di scambiare esperienze con arbitri di Cuba. Uno di loro ha diretto due partite della nostra Seconda Lega.
Per non parlare dei corsi per miniarbitri.
Infine: non dobbiamo dimenticare che siamo stati una delle prime regioni ad organizzare un corso per mini-arbitri. La partenza di questo progetto era avvenuta quando alla presidenza della FTC si trovava Luca Zorzi e con l’appoggio incondizionato dell’allora comitato si sono fatti i primi passi. Dopo poco tempo il numero dei mini-arbitri aveva raggiunto un numero non indifferente, il che ci ha permesso di lavorare in modo più professionale (convocazioni centralizzate ecc.). Un vero serbatoio per l’arbitraggio.
Avete vissuto anche delle serate memorabili con personaggi di alto livello in ambito arbitrale.
Sì è vero, e di questo ne vado fiero. Abbiamo portato a Lugano Rosetti, Rizzoli, Busacca, Casarin, Orsato, e in gennaio dello scorso anno l’élite dell’arbitraggio al femminile: Frappart, Ferrieri-Caputi e Staubli. Quest’ultima serata voleva essere l’inizio di una serie di appuntamenti già praticamente pianificati per il reclutamento di arbitri donne. Un grazie lo devo a Francesco Bianchi per i contatti intrattenuti come pure agli sponsor di queste serate.
Ha lasciato il Ticino ma non l’arbitraggio: di cosa si occupa attualmente?
Ma di chi è stata la decisione di sostituirla dopo 10 anni quale preposto e dopo aver praticamente vissuto una vita in seno alla FTC?
Non è assolutamente mia intenzione colpevolizzare qualcuno, posso solo dire che probabilmente nessuno del comitato ha osato contraddire una decisione presa alla velocità del suono e già comunicatami.
Dopo poco tempo ha inoltrato le dimissioni da membro di comitato: come ha motivato questa decisione?
Ritengo sia stata una decisione logica. Analizzando con tutta calma i pro e i contro ho scelto di lasciare il comitato, visto che non mi sentivo più a mio agio. Un vero peccato. Ripeto: dopo tanti anni credevo di meritare maggior considerazione.
Come è stata presa dagli arbitri la sua partenza?
Naturalmente ci ho pensato più volte: ricordo il 2014 anno in cui mi è stato affidato il compito di formare una nuova commissione arbitri partendo su basi non certo idilliache di cui ben pochi oggi ne sono al corrente, accettando un impegno molto difficile e per il quale ho dato anima e cuore. Il tutto a favore del calcio regionale. Ma tornando alla domanda: mi ha fatto particolarmente piacere la grande solidarietà ricevuta sia dal Ticino che, e soprattutto, da oltre Gottardo. Come in tutte le cose in questi momenti si vedono i veri amici per contro altri si defilano e spariscono nel nulla.
Riassumendo: quali sono state le attività che lei ha svolto in tutti questi anni?
Uno dei lavori più impegnativi è stato quello della traduzione completa delle regole di gioco in italiano, visto che le lingue usate dall’IFAB si limitano all’inglese, al tedesco, al francese e allo spagnolo. Le regole dovevano poi essere adattate stagione dopo stagione. Inoltre: la mia commissione è partita con lo slogan ascolto e trasparenza. Il primo passo è stato quello di pubblicare un bollettino nel quale venivano date agli arbitri e a tutti gli interessati informazioni sul movimento. Abbiamo allargato gli orizzonti in ambito nazionale con gli scambi con Argovia, Vaud e Friborgo. Scambi ben accettati anche dalle nostre società. Abbiamo formato un gruppo talenti sotto la direzione di Francesco Bianchi. Un gruppo che ci ha dato e che potrà dare ancora a breve grandi soddisfazioni.
Avete lavorato anche con federazioni improbabili.
Grazie alle conoscenze abbiamo avuto la fortuna di far arbitrare due partite di Terza Lega e una di allievi a terne provenienti dal Qatar. Arbitri di livello internazionale che si trovavano a Tenero per un campo d’allenamento. Oltre a ciò, grazie anche alla collaborazione del compianto Oscar Cariaga, abbiamo avuto la possibilità di scambiare esperienze con arbitri di Cuba. Uno di loro ha diretto due partite della nostra Seconda Lega.
Per non parlare dei corsi per miniarbitri.
Infine: non dobbiamo dimenticare che siamo stati una delle prime regioni ad organizzare un corso per mini-arbitri. La partenza di questo progetto era avvenuta quando alla presidenza della FTC si trovava Luca Zorzi e con l’appoggio incondizionato dell’allora comitato si sono fatti i primi passi. Dopo poco tempo il numero dei mini-arbitri aveva raggiunto un numero non indifferente, il che ci ha permesso di lavorare in modo più professionale (convocazioni centralizzate ecc.). Un vero serbatoio per l’arbitraggio.
Avete vissuto anche delle serate memorabili con personaggi di alto livello in ambito arbitrale.
Sì è vero, e di questo ne vado fiero. Abbiamo portato a Lugano Rosetti, Rizzoli, Busacca, Casarin, Orsato, e in gennaio dello scorso anno l’élite dell’arbitraggio al femminile: Frappart, Ferrieri-Caputi e Staubli. Quest’ultima serata voleva essere l’inizio di una serie di appuntamenti già praticamente pianificati per il reclutamento di arbitri donne. Un grazie lo devo a Francesco Bianchi per i contatti intrattenuti come pure agli sponsor di queste serate.
Ha lasciato il Ticino ma non l’arbitraggio: di cosa si occupa attualmente?
La mia idea peraltro comunicata a suo tempo era quella di lasciare a fine del presente campionato con un trapasso armonioso tant’è che ne avevo già parlato con eventuali successori ma purtroppo non è stato così e il comitato ha deciso di troncare la collaborazione. Appena la notizia della mia improvvisa partenza ha varcato i confini cantonali il presidente della commissione arbitri vallesana mi ha chiesto di collaborare con loro nell’ambito dei coaching e ho dato volontieri la mia disponibilità. A livello nazionale mi è stato chiesto di proseguire la mia attività quale osservatore degli arbitri dell’academy. Oltre a questi impegni vengo impiegato saltuariamente quale accompagnatore degli arbitri, dei relativi osservatori e a volte dei delegati UEFA nelle partite internazionali. Qualche piccolo impegno nelle scuole nell’ambito del doposcuola mi tengono costantemente in attività. Tornando al Vallese: farò ancora qualche viaggio durante i fine settimana. Ma tutto ciò non mi crea nessun problema. Ci vado volentieri. Andare su e giù per la Svizzera è sempre bello e motivante!
Le lasciamo la conclusione...
Dopo quello che ho vissuto in questi ultimi tempi in ambito sportivo mi sento di dire che per trovare persone sincere bisogna frequentare l’asilo. E’ triste ma mi piace dire quello che penso.
BILL CASTELLI
Le lasciamo la conclusione...
Dopo quello che ho vissuto in questi ultimi tempi in ambito sportivo mi sento di dire che per trovare persone sincere bisogna frequentare l’asilo. E’ triste ma mi piace dire quello che penso.
BILL CASTELLI