Svizzera, 10 marzo 2025

Boualem Sansal dall’altare alla polvere

Nell’edizione del 5 giugno 2018 il Corriere del Ticino, allora diretto da Fabio Pontiggia, dedicò un’intervista di ben 2 pagine allo scrittore franco-algerino Boualem Sansal in occasione della pubblicazione dell’edizione italiana del suo ultimo libro, intitolato “Nel nome di Allah – origine e storia del totalitarismo islamista”, uscito nella versione originale francese nel 2013 (ecco il link dell’articolo: Archivio Storico CDT).
 
L’articolo aveva questo emblematico titolo a tutta pagina “C’è un piano degli islamisti per conquistare l’Europa”. Ecco alcuni illuminanti stralci dell’intervista:
 
Domanda : In che modo sta avvenendo l’islamizzazione dell’Occidente? RISPOSTA: “Attraverso i flussi migratori e il sostegno dei Governi arabi e di tutte le popolazioni, l’Islam è in rapida espansione nel mondo e l’intento è quello di convertire le popolazioni autoctone. Se le popolazioni accetteranno la conversione tutto andrà per il meglio , ma se la rifiuteranno, gli islamisti adotteranno metodi più coercitivi
 
Domanda: Quali sarebbero questi metodi? RISPOSTA : “La spada, per dire le azioni terroristiche, gli attacchi a persone inermi, le stragi: tutto quanto può servire a indebolire la resistenza dell’Occidente che sembra aver dimenticato i valori della lotta (…)”
 
Domanda: Su quali versanti si muovono i musulmani per indottrinare e convertire gli infedeli? RISPOSTA : “In assoluto la predicazione incessante e poi certe azioni insospettabili che non danno nell’occhio come – sono sfumature sostanziali – una certa manipolazione dei bambini nelle scuole e nelle associazioni sportive, palestre ecc. ai quali vengono trasmesse idee forti da persone che rispettano. Si tratta di un veicolo importante come quello che io chiamo l’islamizzazione dell’ambiente. Si comincia a far circolare le donne velate, dalle scritte delle insegne dei locali e degli esercizi commerciali: e a forza di vivere in un ambiente musulmano, i bambini crescono e diventano musulmani, credendosi nativi di questi valori. E se ci scappa di mano l’infanzia, la gioventù, l’ambiente, il cammino dell’islam sarebbe spianato. E a quel punto partirebbe la terza fase, che io chiamo del terrorismo giudiziario”
 
Domanda: In che cosa consiste? RISPOSTA: “ Attaccare e denunciare alle autorità giudiziarie chiunque dica mezza parola contro la diffusione dell’islam o guardi di traverso una donna velata. Queste persone vengono tacciate di razzismo e denunciate, e questo riguarda tutte le società (…) Se ad ogni critica all’islamizzazione si reagisce con una denuncia all’autorità giudiziaria, diventiamo dei tollerati a casa nostra (…) Secondo il Corano gli oppositori dell’islamismo sono contro Allah, e possono essere uccisi (…). I tanti attentati in Europa rivendicati da formazioni islamiste, più numerosi che non negli Stati Uniti,  sono stati fatti perché i vertici dell’islamismo sono giunti alla conclusione che l’Europa è in una situazione psicologica più debole, quindi le aggressioni possono avere maggiori risultati e per questo gli sforzi del terrorismo sono stati concentrati sui Paesi dell’Unione. I Governi di tanti Paesi musulmani sono più che contenti di disfarsi di quanti vogliono partire per recarsi in Occidente, perché quasi sempre sono persone poco raccomandabili”


 
RIFLESSIONI SULLA CONGIURA DEL SILENZIO
 
Se ho deciso di riportare questi stralci dell’interessantissima intervista alla memoria di chi leggerà questo messaggio, non è solo per dimostrare la lungimiranza e il coraggio di questo scrittore musulmano , ma è anche per porre il seguente interrogativo alla stampa ticinese : se sette anni fa il più importante quotidiano ticinese aveva deciso di dare tanto risalto (2 pagine , pubblicate a pagina 2 e pagina 3) a Boualem Sansal significa che lo riteneva un personaggio importante e di grande peso a livello internazionale. E allora  qualcuno mi spieghi perché i media ticinesi (ad eccezione del Mattino della domenica, del Mattinonline e de Il Paese), malgrado miei ripetuti appelli , hanno calato un vergognoso silenzio sull’arresto arbitrario di questo illustre intellettuale da parte del regime algerino: arresto avvenuto lo scorso 16 novembre per motivi pretestuosi ma in realtà per mettere il bavaglio alla libertà di espressione dello scomodo scrittore. Forse perché non si osa più criticare l’islamizzazione, neppure quando a farlo è un illustre musulmano che si esprime con cognizione di causa?
 
In questi oltre 100 giorni di detenzione, a Boualem Sansal, 76.enne e malato di cancro, non è ancora stato concesso di vedere il suo avvocato francese, in quanto quest’ultimo è un ebreo e dunque inviso agli islamisti algerini. Un lampante esempio di razzismo e antisemitismo di Stato che dovrebbe suscitare delle reazioni veementi a livello europeo. E difatti tanto il Parlamento europeo quanto quello francese  hanno già preso posizione su questa vicenda approvando delle risoluzioni – ignorate dalla stampa ticinese - con le quali si chiede l’immediata e incondizionata liberazione dello scrittore.
 
Ma perché i media mainstream ticinesi stanno zitti e non informano i ticinesi su questi avvenimenti che riguardano noi tutti ? Perché, se per pavidità non se la sentono di chiedere la liberazione di Sansal, non hanno neppure ritenuto di dare notizia della petizione (rimasta tuttora senza risposta) che tre settimane fa il sottoscritto aveva inviato al consigliere federale e ministro degli affari esteri, Ignazio Cassis, chiedendo un intervento della Confederazione a favore della liberazione di Boualem Sansal?
 
Cosa è successo negli ultimi sette anni , cioè dopo l’intervista pubblicata sul Corriere del Ticino, per indurre la stampa a calare il silenzio sulla triste e ingiusta sorte riservata dal regime algerino e dai suoi amici islamisti a questo intellettuale che pochi mesi fa ha ricevuto la cittadinanza francese e che è dunque diventato un cittadino europeo a tutti gli effetti? Certo, rispetto a sette anni fa, alla direzione del Corriere del Ticino non c’è più Fabio Pontiggia, il quale  prestava più attenzione ai temi legati all’islam e all’islamismo e aveva pure dedicato un editoriale a favore dell’iniziativa antiburqa. Ma ciò non basta a spiegare il silenzio del Corriere del Ticino e dei media mainstream attorno a certi temi di importanza vitale denunciati con grande lungimiranza da Boualem Sansal nell’intervista del 5 giugno 2018. Forse questo silenzio è un segnale del fatto che l’Occidente, come ben sottolineava Sansal, ha dimenticato i valori della lotta ed è ormai rassegnato a farsi islamizzare, per paura dei terroristi o per il timore di passare per dei razzisti. E questa sarebbe la stampa che dovrebbe fare da cane da guardia della democrazia? VERGOGNA!
 
Giorgio Ghiringhelli

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