Sport, 06 aprile 2025

Bruno Pescia da Caslano: pilota umile e appassionato

Automobilismo: nostro omaggio al driver ticinese, scomparso recentemente

LUGANO - Con Bruno Pescia se ne va l’ultimo pilota di una generazione ticinese che ha saputo infiammare gli animi degli appassionati di automobilismo. La sua scomparsa ha colpito profondamente coloro che lo conoscevano. Il driver di Caslano era una persona umile, estremamente simpatico e socievole; sapeva farsi voler bene e se poteva dava un colpo di mano a chi ne aveva bisogno. Oggi gli rendiamo omaggio con alcuni stralci della sua ultima intervista, rilasciata nel 2013 al sito Formula1passion.it. Per la cronaca: Pescia nel difficile ma affascinante mondo del motorsport si è imbattuto in personaggi storici quali Gian Paolo Dallara, Mike Parkes, Ron Dennis, Clay Regazzoni, Arturo Merzario e lo sfortunato Georges Filipinetti. 


RON DENNIS: “Ho corso per lui in Formula 2 alla guida di una March. Era il 1975. A quei tempi soldi non ne aveva, ha dormito una settimana a casa mia e non in albergo. Aveva le toppe non solo nei pantaloni ma anche nel pigiama, però era già un professionista e poi è diventato un grande. Lui è nato come meccanico alla Cooper quando c’era ancora Jack Brabham e più avanti ha fondato i suoi team: si vedeva che aveva molta passione”.


LA GUIDA: “Il mio stile di guida? Ero aggressivo. Io amavo pilotare in scivolata e di traverso, era una guida pulita però. A me piacevano i piloti d’attacco, il nostro Clay Regazzoni naturalmente, ma il mio grande idolo è stato Jim Clark. Apprezzavo i vari Jochen Rindt, Dan Gurney, Jack Brabham, tutta gente che andava forte e aveva stomaco. Poi andando avanti negli anni apprezzai Gilles Villeneuve e Juan Pablo Montoya”.


MERZARIO: “Ho gareggiato in Formula 2, poi sono ritornato in Formula 3 e l’ultimo anno corsi per Merzario. Con Arturo c’era un rapporto di amicizia. Lui una gara si e una no litigava con qualche pilota, quindi chiamava me. In occasione della prima gara che feci a Monza dopo due anni di pausa, Merzario mi chiamò il giovedì e mi disse: “Ehi legnamé(falegname, ndr), hai pronto il sacco?”.FILIPINETTI: “George, un grande manager, prima di morire aveva l’opzione per comprare due McLaren M23 di Formula 1 per far correre me; le macchine doveva gestirle Mike Parkes insieme aDallara: purtroppo però Filippinetti morì e quindi non se ne fece nulla. In seguito dovevo entrare in Iso Marlboro. A Frank Williams andava bene, ero spinto da Dallara e dalla Iso, ma alla Marlboro non andavo bene perché avevano già Clay Regazzoni e non potevano avere due piloti svizzeri”.

DALLARA: “ Aveva proposto a Cesare Fiorio di prendermi per fare i rally. Sono andato a provare e volevano farmi firmare un contratto. Però io avevo in mente solo le formule e come un pirla ho rinunciato. Avevo sicuramente avuto davanti una buona carriera perché sarei entrato in Lancia”.


ALEX: “Quattro anni fa ho cominciato a seguire Alex (Fontana), un amico di famiglia e gli chiesto se potevo fargli da sponsor ( Bruno Pescia era titolare di una falegnameria, ndr), ovviamente nel limite del possibile e adesso è qualche anno che lo supporto”.


FORMULA 1: “La seguo sempre, anche se ad essere sincero, quest’anno sono stato ospite al venerdì e al sabato del Team Lotus al GP d’Italia, ma dopo un quarto d’ora mi annoiavo già. Il rumore è bello, ma per il resto è un po’ così così...”


HAMILTON: “Alonso non mi è mai piaciuto, ma Vettel è forte davvero, un bel martello. Sono tutti lì a pochi decimi. Per me il più forte resta comunque Hamilton, ma con le macchine di oggi anche il suo talento è limitato perché non può attaccare altrimenti consuma troppo le gomme ed è un peccato”.

MDD

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