BALLYMENA - L’Irlanda del Nord sta vivendo giorni ad alta tensione, dopo l’arresto di due quattordicenni romeni accusati di tentato stupro ai danni di una ragazzina. L’episodio ha scatenato un’ondata di rabbia popolare nella cittadina di Ballymena, vicino a Belfast, dove bande di incappucciati hanno assalito case di immigrati, sfasciando finestre e appiccando incendi al grido di “dove sono gli stranieri?”. Gli scontri, che hanno lasciato decine di feriti, si sono estesi anche ad altre località, provocando la sospensione del traffico ferroviario verso Derry.
Nel caos, molti residenti locali hanno iniziato a esporre la bandiera britannica alle finestre per segnalare la propria “appartenenza” e sperare di essere risparmiati dalla violenza. Gli attacchi si sono concentrati soprattutto contro cittadini dell’Europa dell’Est – romeni, slovacchi, bulgari, cechi – accusati dai residenti di essere responsabili dell’aumento della criminalità nella zona. Le autorità parlano di “teppismo razzista”, mentre la premier nordirlandese Michelle O’Neill ha definito gli eventi “puro razzismo”. Più controversa invece la posizione di un deputato protestante locale, che ha attribuito la responsabilità all’immigrazione “fuori controllo”.
La vicenda ha riportato a galla tensioni profonde. Ballymena, come molte aree del Nord Irlanda, ha subito negli ultimi anni una forte deindustrializzazione. Molte fabbriche hanno chiuso, e quelle rimaste hanno spesso assunto manodopera straniera a basso costo. Questo ha generato frustrazione e rancore tra una popolazione locale già colpita da disoccupazione e marginalizzazione. La violenza, ovviamente ingiustificabile, appare come lo sfogo estremo di un malessere che da troppo tempo viene ignorato.
Fonte: 13 giugno 2025. Dagospia.com.