"Il tribunale non ha mai dovuto giudicare un caso così grave". Eppure è esattamente ciò che il Tribunale penale di Basilea ha dovuto fare negli ultimi due giorni. Giovedì, uno spagnolo di 27 anni è stato riconosciuto colpevole di stupro aggravato. È stato condannato a 14 anni e tre mesi di carcere. "L'imputato non conosce limiti", ha insistito il giudice che presiedeva il processo.
È stato accertato che nel dicembre 2023 l'imputato ha violentato una donna di 56 anni in un bagno pubblico appartato e sporco di Basilea. La querelante ha descritto di essere stata umiliata, schiaffeggiata e persino minacciata di morte. "Si tratta chiaramente di un atto crudele. Queste minacce e l'uso della violenza vanno ben oltre ciò che giustificherebbe un verdetto di colpevolezza", ha dichiarato il giudice. Inoltre, l'imputato era già stato condannato per stupro in passato e quindi era passato nuovamente in azione poco dopo il suo rilascio dal carcere.
Il ventenne è stato condannato anche per essere entrato nell'appartamento di una pensionata di 69 anni che non conosceva e per averla legata a una sedia da cucina per raggiungere i suoi scopi. Secondo il giudice che presiede l'udienza, quella notte di agosto 2024, "la sua intenzione era perfettamente chiara": voleva commettere atti sessuali. Per quanto riguarda il coltello da 30 centimetri con cui l'imputato ha ferito la vittima, sebbene crudele, il tribunale non è stato in grado di stabilire se l'imputato intendesse uccidere.
L'uomo, che soffre di disturbo antisociale di personalità e ha vissuto un'infanzia difficile senza una figura paterna, necessita ancora di cure psichiatriche, ha dichiarato il giudice. L'imputato sarà inoltre espulso e non gli sarà permesso di tornare in Svizzera per quindici anni. "Rappresenta un rischio per la sicurezza della popolazione svizzera", ha aggiunto il giudice che presiede il tribunale di Basilea. Dovrà pagare 20'000 franchi di danni alle due vittime.
Il suo avvocato, che aveva chiesto tre anni di carcere e una multa, può ancora presentare ricorso. Il pubblico ministero, da parte sua, aveva chiesto una condanna a 18 anni.