VOTAZIONI - La nostra iniziativa è semplice, chiara, logica: se pago premi obbligatori, non devo essere tassato su quel denaro. Non è un privilegio. È giustizia. Oggi la deduzione massima è di 5’500 franchi: una presa in giro. I premi reali hanno superato da tempo quella cifra. Noi proponiamo 9’000 per i singoli e 18’000 per le coppie. Non rivoluzioni, solo buon senso.
E allora arrivano i soliti cori: “costa troppo”. Troppo? Stiamo parlando di cento milioni, l’1% del bilancio cantonale. Ora vi chiedo: se i premi sono esplosi del 30% in cinque anni, davvero lo Stato non può destinare un misero 1% per ridare ossigeno alle famiglie? Se la risposta è no, allora lo Stato non è più arbitro: è solo un esattore spietato.
E come se non bastasse, a ottobre riceveremo la solita lettera: nuovo aumento dei premi, raccontato con il linguaggio asettico delle autorità federali. Una farsa che si ripete da anni: commissioni, promesse, immobilismo. Intanto, a pagare, siete sempre voi. C’è poi chi prova a confondere le acque, parlando di complementari. Sciocchezze: la legge già le contempla. Noi correggiamo solo limiti ridicoli. Il vero problema non è la politica: è uno Stato che tassa persino ciò che non è reddito.
Il 28 settembre la scelta sarà limpida: o continuiamo a pagare due volte, o rimettiamo un minimo di giustizia in un sistema ormai insostenibile. Non parliamo di statistiche, parliamo di vita reale: persone costrette a scegliere tra medicine e spesa, famiglie che vedono metà del salario inghiottito dai premi. E davanti a questo, signori, l’immobilismo non è più solo colpa. È vergogna.
Daniele Caverzasio
Deputato GC Lega dei Ticinesi