Un venerdì sera di luglio di un paio di settimane orsono, piena estate, serata molto piacevole e temperata. Siamo di ritorno da un viaggio in Francia, dove abbiamo visitato diverse, attraenti città minori (Auxerre, Annecy, Digione, Orleans) movimentate e piene di vita, anche se con una fama turistica verosimilmente inferiore a quella di Lugano. Arriviamo verso le 22:00 alla stazione di Lugano, affamati e decidiamo di recarci al Buffet della Stazione prima di rientrare a domicilio. Con grande stupore, dobbiamo constatare che, con un’ora di anticipo sull’orario indicato, l’esercizio è già chiuso. Porte sbarrate anche per tutti gli altri spazi commerciali, con l’eccezione del ristorante Anacapri dove tuttavia, dopo le 22’00, non è più possibile cibarsi. Con mia moglie Michela, non ho potuto fare a meno di deplorare tale situazione. È decisamente inammissibile che, nel pieno della stagione, in una città a presunta vocazione turistica, tali fondamentali servizi non siano assicurati. Ne deriva un’immagine decisamente offuscata della nostra città, coincidente con una totale mancanza di rispetto nei confronti dei nostri visitatori. Una situazione simile si presenta anche in centro, dove, eccettuati i mesi estivi, poter cenare dopo le 21/21:30 diventa un’impresa.
Vi è da augurarsi che gli operatori turistici, ma anche gli esercenti, spesso in primo piano quando si tratta di lamentarsi ,facciano le dovute riflessioni, affinché a tali gravi lacune, che non si riscontrano in molte altre città svizzere e non, venga finalmente posto rimedio.
Vi è da augurarsi che gli operatori turistici, ma anche gli esercenti, spesso in primo piano quando si tratta di lamentarsi ,facciano le dovute riflessioni, affinché a tali gravi lacune, che non si riscontrano in molte altre città svizzere e non, venga finalmente posto rimedio.