Lo scorso 10 ottobre, un gruppo hacker denominato Kairos ha rivendicato sul dark web la responsabilità di un attacco informatico ai danni di M. S. Security Group, un'azienda cipriota specializzata nella sicurezza marittima. Come spesso accade con gli attacchi ransomware, gli hacker hanno pubblicato estratti di documenti interni. Questi documenti descrivono diversi incidenti di sicurezza a bordo di navi da crociera, rivela il quotidiano "24 heures".
Tra questi, un rapporto, che la testata romanda ha potuto consultare, è particolarmente preoccupante e riguarda la compagnia di crociere MSC con sede a Ginevra. Una passeggera svizzera di 11 anni sarebbe stata avvicinata da un membro dell'equipaggio di una nave MSC, che avrebbe tentato di baciarla con la forza. Il rapporto indica che le autorità non sono state informate. Contattata da "24 heures", MSC ha rifiutato di commentare questo caso specifico.
L'incidente solleva, ancora una volta, la questione di come vengono gestite le aggressioni sessuali in alto mare. Già nel 2019, una minorenne britannica aveva accusato una passeggera di stupro su un'altra nave MSC. Il sospettato è stato rilasciato perché il tribunale spagnolo non aveva giurisdizione, poiché il crimine è avvenuto in acque internazionali. Come hanno spiegato diversi esperti al quotidiano "24 heures", la giurisdizione spesso dipende dallo Stato di bandiera della nave, il che limita le indagini e i procedimenti legali. Secondo ONG e avvocati specializzati intervistati dal quotidiano, l'industria crocieristica talvolta consente che incidenti gravi vengano gestiti internamente da team di sicurezza impiegati dalla compagnia stessa. Sono questi team a decidere se allertare o meno le autorità. MSC Crociere sostiene che "la sicurezza dei passeggeri è una priorità assoluta" e afferma di attenersi a procedure rigorose, collaborando al contempo con le forze dell'ordine.






