SVIZZERA - Negli ultimi anni i decessi sulle strade svizzere sono tornati a salire, mentre nel resto d’Europa il trend è opposto. Da qui l’appello dell’UPI alla politica per “misure forti”. Una linea che però non convince Andrea Censi, presidente del Fronte Automobilisti Ticinesi, che al Mattino della Domenica afferma: «Introdurre l’ennesima stretta normativa è una soluzione pigra e inefficace».
Secondo Censi, i numeri mostrano che le nuove dinamiche di rischio – dagli e-bike al boom di incidenti dovuti alla distrazione con il cellulare – non si risolvono “penalizzando la maggioranza di automobilisti responsabili”. «La Svizzera ha già un parco strade tra i più sicuri d’Europa. Serve capire cosa è cambiato davvero, non cercare capri espiatori facili».
Per il deputato leghista la via maestra passa da educazione e formazione: «Bisogna investire in campagne moderne contro la distrazione e nella prudenza per tutte le categorie di utenti, soprattutto i neofiti della nuova mobilità». E invita a concentrarsi anche sulle infrastrutture “laddove sono oggettivamente pericolose”, integrando tecnologia e assistenza alla guida.
Censi respinge infine l’idea di un giro di vite generalizzato: «La sicurezza stradale non si costruisce con l’imposizione dall’alto. Non abbiamo bisogno di uno stato di polizia stradale onnipresente, ma di cittadini più consapevoli dei pericoli reali».





