Svizzera, 25 giugno 2018
Ditta italiana che lavorava a casa di Cassis non pagava i suoi operai correttamente, multata
A casa del consigliere federale Ignazio Cassis a Montagnola era attiva una ditta italiana, la Carmec Srl di Torino, la quale sottopagava i propri operai e per questo è stata multata. Lo riporta il Blick, che precisa come i fatti risalgono all'estate 2017 quando Cassis era in piena corsa per il Consiglio federale. Durante quell'estate Cassis stava ristrutturando la casa sotto la direzione dello studio di architettura Boila & Volger di Lugano, la quale avrebbe avuto, stando a un portavoce del ministero degli esteri, mandato di lavorare unicamente con aziende locali. La Boila & Volger però non avrebbe trovato ditte ticinesi attive nella montatura di lift per automobili e quindi è stata contatta la Carmec di Torino. Il 6 settembre 2017 due meccanici della Carmec sono incappati in un controllo al confine mentre si dirigevano a Montagnola e in dogana gli è stato chiesto di fornire la documentazione relativa ai lavori a casa di Cassis. Documentazione da cui era emerso che i pasti non erano stati pagati, per cui la Commissione paritetica ha aperto un procedimento informando le parti interessate il 16 novembre
dello stesso anno. Cassis, tramite il suo portavoce, rimanda la responsabilità alla Boila & Volger, pur ammettendo di aver saldato lui stesso le fatture. Inizialmente la Commissione paritetica decide di non infliggere nessuna sanzione, in quanto l'infrazione era ritenuta troppo lieve, decisione poi ribaltata dall'ispettorato del lavoro il 15 marzo di quest'anno che decide di multare la Carmec per 115 franchi, a cui si devono aggiungere spese varie per un totale di 490 franchi.
La vicenda si è rivelata occasione per il giornale svizzerotedesco di ironizzare sulla posizione di Cassis in merito alle misure di accompagnamento, misure il cui scopo è proprio quello di proteggere il mercato del lavoro svizzero dal dumping salariale di ditte UE come la Carmac e che Cassis, giusto qualche giorno fa, si era disposto a indebolire quale concessione nei negoziati sull'accordo quadro attualmente in discussione con l'Unione europea. Ciò che è capitato a Cassis dimostrebbe infatti proprio la necessità delle misure di accompagnamento e dei relativi controlli.