Sport, 04 luglio 2018

Svizzera, dove vai, se il bomber non ce l’hai…?

Il Mondiale della Nazionale è finito malamente e ha messo in evidenza mancanze tattiche, mentali e qualitative che purtroppo conosciamo. Una di queste è la mancanza di giocatori che possano risolvere le partite

TOGLIATTI (Russia) – Il nostro Mondiale è finito ieri, in un pomeriggio tiepido di San Pietroburgo, in un pomeriggio caldo e afoso ticinese, in un pomeriggio che difficilmente dimenticheremo perché rappresenterà per un po’ la nostra occasione più grossa gettata alle ortiche.

Se 4 anni fa eravamo usciti in maniera dolorosa contro l’Argentina, se due anni fa i rigori ci erano stati fatali contro la Polonia all’Europeo, questa volta contro la Svezia avevamo davvero un’occasione d’oro per centrare finalmente i quarti di finale – visto il valore della nostra avversaria – ma ancora una volta abbiamo fallito e siamo incappati nei classici errori, nella classica mediocrità, nel classico difensivismo e nella mancanza di coraggio che ormai ci contraddistinguono.

Questo Mondiale svizzero difficilmente verrà ricordato per il pareggio col Brasile o per la vittoria contro la Serbia. Più facilmente passerà alla storia come il Mondiale del segno dell’Aquila di Xhaka, Shaqiri e Lichtsteiner… e questo già di per sé potrebbe bastare per sottolineare la negatività di questa spedizione russa. A tutto questo potremmo anche aggiungere che la Svizzera a conti fatti, e con molta fortuna su quasi tutto il Mondiale, ha vinto 1 partita su 4, ne ha pareggiate 2 (una con la Costa Rica) e ne ha persa 1: non esattamente un cammino da incorniciare.

A spiegare tanto, se non tutto, di quello che è accaduto in Russia ci pensano i numeri dai quali possiamo trarre una conclusione: senza una punta vera, o quanto meno un reparto offensivo pungente, nel calcio moderno non vai da nessuna parte. Va bene il gruppo, va bene il fatto di essere coesi, ma se non hai chi la butta dentro… la strada si fa sempre più corta.

Un esempio? Prendendo le 16 squadre che sono arrivati gli ottavi, la Svizzera nelle prime 3 partite aveva siglato 5 gol – come la Svezia – di cui solo 1 siglato da una delle punte, Drmic (per gli svedesi era
andato a segno solo Toivonen contro la Germania). Ecco perché quella di ieri era un’occasione da cogliere al volo: gli svedesi, con fortuna o meno, hanno trovato la rete con Forsberg (lasciare due uomini soli al limite dell’area non è stata una gran scelta…) mentre i nostri giocatori che dovevano fare la differenza – Xhaka e Shaqiri – ancora una volta hanno deluso; anzi… l’unica partita giocata sui loro livelli, a partire dal secondo tempo, è stata quella più sentita, quella contro la Serbia.

Tornando a parlare di punte: l’Uruguay può contare su due bocche da fuoco incredibili (Suarez e Cavani) e infatti ha superato il turno, mentre il Portogallo ha pagato il fatto di essere una squadra normale con un fenomeno, CR7, che se non trova la via della rete non può fare i miracoli. La Francia tra Griezmann e Mbappé ha solo l’imbarazzo della scelta e guarda caso è passata, contro un’Argentina che di Messi ha visto solo l’ombra…

Continuiamo? Di Neymar possiamo dire di tutto, che simula, che sta sempre a terra ma determina come nessuno nel Brasile e i verdeoro sono ai quarti… stesso discorso per il Belgio che con Lukaku, Hazard, De Bruyne e chi più ne ha più ne metta ha superato pur soffrendo un Giappone coriaceo. “Hanno segnato due sostituti e un difensore” direte: giusto, ma vuoi mettere la preoccupazione che vive una difesa per 90’ a tenere d’occhio giocatori così?

L’Inghilterra è approdata ai quarti sospinta da Kane che ha già segnato 6(!) reti in questo mondiale: più di tutta la Svizzera! Anche la stessa Russia, alla fine, può sempre contare sulle reti di Dzyuba che, in un modo o nell’altro, la stanno trascinando avanti. L’unica squadra a cui manca una punta che possa fare tanti gol è la Croazia, perché Mandzukic non è esattamente un cecchino, ma con Modric, Rakitic e Perisic i croati possono anche sorridere…

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