Il seguente testo, scritto dal consigliere nazionale UDC Thomas Matter e pubblicato sul sito del partito, critica un recente sondaggio dell'istituto di ricerca GFS secondo cui gran parte delle imprese svizzere sarebbero a favore dell'accordo Quadro che la Svizzera sta attualmente negoziando con l'Unione europea.
Noi avversari dell’accordo-quadro Svizzera/UE ci sentiamo dire in continuazione che non dobbiamo esprimerci su un progetto di cui non conosciamo ancora il contenuto. È in questi termini che i rappresentanti dell’UDC si fanno redarguire in Parlamento e nei dibattiti pubblici. In particolare il PLR e la sua presidente, la consigliera nazionale Petra Gössi, non cessano di proclamare che è impossibile pronunciarsi su questi negoziati in corso con l’UE. Per contro, quando l’associazione economica ombrello “Economiesuisse” ordina all’istituto di ricerca GFS un sondaggio sull’accordo-quadro, la cosa è perfettamente rappresentativa e scientifica, anche se le imprese intervistate non sono supposte sapere cosa ci sia nell’accordo-quadro con l’UE. Il fatto che l’associazione “Economiesuisse” si sia fatta rimorchiare da “Alliance Economie-Politique”, un puro veicolo di propaganda dell’agenzia di lobbying Furrer Hugi SA, la dice lunga sullo stato attuale di questa organizzazione economica ombrello.
Sondaggio sconsiderato
Circa 1000 dirigenti di imprese con più di 20 impiegati sono stati intervistati, è stato annunciato in occasione della presentazione dei risultati del sondaggio. L’80% avrebbe dato una risposta positiva all’accordo-quadro. Ma a quale accordo-quadro? A un trattato che si limita al primo pacchetto di accordi bilaterali o che lo oltrepassa di gran lunga, come esige l’UE? A un accordo-quadro che include la cittadinanza europea? A un accordo che impone alla Svizzera un’IVA minima del 15%, come previsto dalle norme del mercato interno UE? Un accordo che esige dalla Svizzera il pagamento di centinaia di milioni di franchi per dei frontalieri in disoccupazione?
Il 60% delle persone intervistate approverebbe tale accordo-quadro se questo non fosse raggiungibile che al prezzo di una risoluzione comune delle controversie, affermano in seguito gli autori del sondaggio. Evidentemente, ci si è “dimenticati” di ricordare alle persone intervistate che esiste già una risoluzione comune delle controversie, ossia il Comitato misto nel quale la Svizzera e l’UE agiscono quali partner a pari diritti. Ma l’accordo-quadro con l’UE non riconoscerebbe comunque una “risoluzione comune delle controversie”; al contrario, esso stabilisce che l’UE interpreta e sancisce definitivamente. Ricordiamoci che la Corte di giustizia dell’UE rifiuta perfino di riconoscere la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, perché questa va contro alla sua competenza di ultima