La stampa svizzera è spesso stata accusata di autocensura quando si tratta di riportare crimini commessi da cittadini stranieri in Svizzera. La nazionalità degli autori è spesso relegata in fondo all'articolo, se non del tutto omessa o il fatto semplicemente non viene pubblicato. Il caso più clamoroso avvenuto alle nostre latitudini riguarda l'aggressione di una coppia di giovani ticinesi un sabato sera da parte di un gruppo di eritrei a Bellinzona agli inizi di giugno, fatto completamente ignorato per esempio dalla RSI e da una parte della stampa privata.
Un'altro esempio riguarda l'ex centro per richiedenti l'asilo a Losone, dove la polizia è intervenuta 67 volte nei tre anni di apertura, interventi che sono stati riportati dai media solo in minima parte. Se sia la polizia a non aver comunicato gli interventi o se si tratti di autocensura da parte dei media non ci è dato sapere. E oltre a "banali" furti, risse e danneggiamenti, si fa notare un tentativo di coazione sessuale, un caso di molestie sessuali su una minorenne e una rivolta in cui hanno partecipato ben 30 asilanti. Nessuna delle quali era stata riportata dalla stampa all'epoca dei fatti. Solo un intervento del movimento Guastafeste prima della recente votazione sull'eventuale riapertura del centro ha permesso di far luce su questi interventi.
A questa autocensura da parte dei media bisogna aggiungere gli interventi della politica. Ha fatto discutere l'anno scorso la decisione del municipio di Zurigo di obbligare la polizia a non comunicare la nazionalità degli autori dei crimini "per non alimentare pregiudizi", decisione contro cui l'UDC del canton Zurigo ha lanciato con successo un'iniziativa popolare che, al contrario, obblighi la polizia a comunicare la nazionalità delle persone. Iniziative che sono state già state votate, e accolte a livello popolare, nei cantoni di San Gallo e Soletta, evidentemente perchè anche in questi due cantoni vi era una certa reticenza da parte delle autorità a comunicare questa informazione. Ci troviamo quindi a due tipi di censure, da parte della polizia, che spesso e volentieri omette la nazionalità