Mondo, 11 settembre 2018
Altro tedesco ucciso da migranti, si riaccendono le proteste in Germania
Circa 2'500 persone hanno manifestato la sera del 9 settembre a Köthen, in Sassonia nella Germania orientale, in seguito alla morte di un giovane in un alterco con due afghani. Una mobilitazione che fa temere alle autorità una ripetizione di Chemnitz.
La manifestazione in memoria della vittima ventiduenne ha avuto luogo nel centro città di Köthen dove la tragedia si è verificata la notte prima. In un'atmosfera spesso tesa, i partecipanti hanno gridato "Resistenza! Resistenza! "Per denunciare i richiedenti asilo, responsabili ai loro occhi di un aumento della criminalità e dell'insicurezza e, la politica migratoria del governo.
"Oggi è un giorno di lutto, ma trasformeremo la tristezza in rabbia", ha detto un oratore alla folla, aggiungendo: "Occhio per occhio, dente per dente!" La polizia locale stimava il loro numero totale a 2'500. La manifestazione si è svolta senza incidenti e i manifestanti si sono poi allontanti di loro volontà.
Solo due settimane fa, un uomo tedesco di 35 anni è stato ucciso da diverse coltellate a Chemnitz, sempre in Sassonia e i cui principali sospettati sono due richiedenti l'asilo, uno siriano e l'altro iracheno. La morte del 35enni ha scatenato dal giorno seguente un susseguirsi di proteste che hanno visto scendere in strada decine, se non centinaia di migliaia di tedeschi.
Angela
Merkel sotto pressione dal suo stesso campo
Queste mobilitazioni, spesso segnate dalla violenza hanno scosso la Germania e rianimato il dibattito attorno all'immigrazione e portato una nuova crisi ai massimi vertici dell'istituzioni tedesche e all'interno del governo stesso. Mentre il partito di opposizione anti-immigrazione AfD vola nei sondaggi la cancelliera Merkel si trova sfidata sia dalla giustizia, che le rimprovera di aver accusato i manifestanti di violenze contro gli stranieri senza averne le prove e si trova sotto pressione dal suo stesso ministro dell'Interno. Horst Seehofer, che ha pubblicamente espresso simpatia per i manifestanti e la loro causa.
Il capo dell'intelligence tedesca, Hans-Georg Maassen, gerarchicamente sotto la direzione di Horst Seehofer, è intervenuto nel dibattito contestando le affermazioni di Angela Merkel che i manifestanti si fossero lanciati in cacce agli stranieri a Chemnitz.
In ambienti vicini alla Cancelliera, vi è il sospetto che l'uscita di Maassen sia stata ordinata da Seehofer per destabilizzare Angela Merkel, con cui Seehofer ha avuto più di una frizione nel passato. Horst Seehofer, rispondendo alle critiche questo 9 settembre aveva affermato avere "piena fiducia" in Hans-Georg Maassen, pur indicando di aspettarsi da lui il 10 settembre un rapporto per sostenere le sue affermazioni.