Negli Stati Uniti si aggira uno spettro inquietante: è quello della “guerra civile”. Esagerazione? A giudicare dagli innumerevoli episodi di violenza e disordine di cui si è resa protagonista la sinistra americana negli ultimi mesi, pare purtroppo di no.
A New York, violenti scontri si sono registrati nei giorni scorsi dopo un comizio di Gavin McInnes, il fondatore del gruppo di soli uomini di destra, i Proud Boys, che si definiscono “sciovinisti occidentali”. Tish James, noto avvocato di New York, ha chiesto ulteriori arresti in relazione ai tafferugli e ha incoraggiato il procuratore distrettuale di Cy Vance a perseguire i reati di odio.
“Sono turbato e disgustato dai video che ho visto dei membri del gruppo neofascista bianco, i Proud Boys, che alimenta la violenza di massa per le strade di New York”, ha commentato James in una dichiarazione pubblicata su Twitter. “New York non diventerà la prossima Charlottesville”. Il giorno prima, la sede del partito repubblicano all’Upper East Side Club era stata presa di mira dagli antagonisti, che hanno lasciato un messaggio sulla porta che non lascia spazio a dubbi: “Il nostro attacco è solo un inizio. Non siamo civili e non ci scuseremo”.
Un clima rovente
Se si parla di incitamento all’odio, l’intolleranza della sinistra liberal Usa non è seconda a nessuno. Basti ricordare: il terrorista e sostenitore di Bernie Sanders che tentò di massacrare alcuni repubblicani durante una partita di baseball nel giugno 2017; il senatore Rand Paulaggredito da un vicino di casa per “motivazioni politiche”; la deputata democratica Maxine Waters, che invitò i suoi sostenitori a minacciare i supporter di Trump; il senatore Ted Cruz, costretto a lasciare il ristorante con le proprie famiglia perché insultato da un gruppo di estrema sinistra.
Altro caso emblematico quello della portavoce della Casa Bianca Sarah Sanders, cacciata da un ristorante di Lexington, in Virginia, perché “colpevole” di lavorare per Donald Trump. “La scorsa notte – scrisse su Twitter – mi è stato detto dalla proprietaria di un Red Hen a Lexington, in Virginia, di andare via perché lavoro per Trump e io l’ho cortesemente lasciato”. Prima era toccato al consigliere