Mercoledì il Brasile è diventato l'obiettivo inaspettato dell'offensiva doganale del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, una misura presa in difesa dell'ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro, sotto processo per tentato colpo di stato. Anche altri sette Paesi hanno ricevuto una ricevuto una lettera che comunica i dazi a cui saranno sottoposti.
Il Brasile si è quindi unito alla ventina di Paesi che da lunedì hanno ricevuto una lettera in cui si annunciava i dazi che verranno applicati dal 1° agosto sui loro prodotti in arrivo negli Stati Uniti. Nella tarda mattinata di mercoledì sono state svelate sei nuove lettere, indirizzate ad Algeria, Sultanato del Brunei, Iraq, Libia, Moldavia e Filippine, alle quali è stata poi aggiunta una settima lettera, indirizzata allo Sri Lanka. Contemporaneamente, la sorpresa è arrivata a fine giornata con l'annuncio di dazi doganali del 50% sui prodotti provenienti dal Brasile, paese che fino ad ora era stato risparmiato.
In una lettera al suo omologo brasiliano Lula, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che questi dazi doganali saranno imposti in risposta al processo contro Jair Bolsonaro. "Il trattamento riservato dal Brasile all'ex presidente Bolsonaro [...] è una vergogna internazionale", ha scritto Donald Trump nella sua lettera in cui sostiene che il processo contro l'ex leader brasiliano è "una caccia alle streghe [che] deve cessare immediatamente". Il Brasile potrebbe decidere di adottare misure "reciproche" contro gli Stati Uniti dopo che Donald Trump ha annunciato la sua intenzione di imporre dazi doganali aggiuntivi del 50% sui prodotti brasiliani, ha avvertito dal canto suo il presidente brasiliano Lula.
"Qualsiasi aumento tariffario unilaterale sarà accolto con una risposta alla luce della legge brasiliana sulla reciprocità economica", ha affermato in una nota l'attuale presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva. Questa legge consente di adottare contromisure a decisioni unilaterali di un Paese partner, come quella annunciata dal presidente americano come ritorsione per l'incriminazione dell'ex capo di stato brasiliano Jair Bolsonaro, accusato di colpo di stato.
A parte il caso specifico del Brasile, la maggior parte dei Paesi che hanno ricevuto la lettera ha visto cambiare, in positivo o in negativo, l'entità dei dazi che verrà loro applicato rispetto all'annuncio iniziale dell'esecutivo americano a inizio aprile. Nello specifico, i prodotti algerini dovrebbero essere tassati al 30% (invariato), così come quelli provenienti dalla Libia (-1 punto), dall'Iraq (-9 punti) e dallo Sri Lanka (-14 punti). Quelli di Moldavia e Brunei saranno al 25% (rispettivamente -6 punti e +1 punto). Per i prodotti filippini il supplemento sarà del 20% (+3 punti).