Ticino, 06 dicembre 2018

Argo 1, finisce (quasi) a vino e tarallucci

Tanto tuonò che piovve. Si potrebbe riassumere così la vicenda "Argo 1" che ha tenuto occupato media e politica cantonale da ormai quasi due anni. Richiedenti l'asilo in balia di reclutatori dell’Isis, appalti non autorizzati, lavoro sottopagato o, addirittura, svolto in nero. E ancora riciclaggio di denaro, regali a politici e funzionari compiacenti e procedure di controllo e di sicurezza totalmente inosservate. Una vera e propria tempesta giudiziaria i cui numerosi risvolti non sono ancora stati del tutto chiariti. Ma nonostante la lista impressionante di mancanze, alcune delle quali di una gravità inaudita, potrebbe non esserci alcun risvolto penale per quanto è successo.

Il procuratore generale Andrea Pagani ha infatti indetto ieri una conferenza stampa allo scopo di spiegare i motivi della chiusura del procedimento penale aperto per ipotesi di reati corruttivi e di infedeltà nella gestione pubblica intorno all’assegnazione del mandato di gestione di centri per richiedenti l’asilo all’ex agenzia di sicurezza.

Lo scorso 20 novembre, ricordiamo, il procuratore pubblico aveva annunciato di prevedere l'emanazione di un decreto di abbandono nei confronti degli ex funzionari del DSS Claudio Blotti e Renato Scheurer per le ipotesi di reato di corruzione passiva, accettazione di vantaggi e infedeltà nella gestione pubblica. Stesse accuse per l'ex titolare di Argo Marco Sansonetti e l'ex amministratore unico Davide Grillo per i reati di corruzione attiva e concessione
di vantaggi. Il decreto d'abbandono è stato infine confermato nella serata di ieri dopo che ai quattro imputati e al Consiglio di Stato ,costituitosi accusatore privato nel procedimento penale, non hanno presentato nel frattempo eventuali istanze probatorie.

Per motivare la decisione di abbandono Pagani ha spiegato, in sostanza, che vi è sì stata "superficialità" e carenze amministrative ma non tali da giustificare un procedimento penale in quanto "non basta un comportamento sconveniente o inqualificabile ma ci vuole una violazione che scuota profondamente e considerevolmente la fiducia del cittadino nell'integrità della pubblica amministrazione per qualificare il reato di infedeltà nella gestione pubblica". Inoltre, stando all'inchiesta, i due funzionari non avrebbero avuto alcun interesse personale nel favorire Argo 1 nè ci sarebbero elementi che fanno pensare che i due avessero motivo di voler danneggiare il cantone.

La vicenda però non è del tutto conclusa. Vi sono infatti ancora due incarti aperti, il primo in mano alla procuratrice pubblica Margherita Lanzillo, che verosimilmente finirà con un processo a Sansonetti e Grillo per i reati legati alla gestione di Argo 1 e per il pagamento in nero di parte dei compensi, oltre che per il presunto sequestro di un giovane migrante ammanettato in una doccia. Il secondo incarto è invece in mano alla pp Fiorenza Bergomi, la quale sta invece indagando su presunti reati finanziari legati alla ditta Otenys/Argo 1.  

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