Svizzera, 07 marzo 2019
Fanno giocare i migranti con i Lego in modo che possano inserirsi meglio nel mercato del lavoro
Far giocare gli asilanti con i lego perchè si possano inserire meglio nel mercato del lavoro. È l'idea quantomeno bizzarra che ha avuto il canton Vaud nell'ambito di un programma denonimato “SwisStart” il cui obiettivo è quello di “sviluppare le capacità lavorative dei migranti qualificati, ma dipendenti dall'aiuto sociale, attraverso una formazione continua, corsi di lingua, stage professionale, coaching e sviluppare la rete di conoscenze”.
Ed è cosi che negli atelier del centro Innopark di Yverdon-les-Bains ogni giorno un gruppo di una decina di migranti si ritrova per giocare con i celebri blocchi danesi. "Per me, il Lego era qualcosa per i bambini. Ma durante quel giorno, mi sono reso conto che ci ha costretti a pensare alla nostra situazione, a pensare a nuove soluzioni e soprattutto ad esprimere cose di cui non eravamo a conoscenza ", dice Brahim, un agronomo siriano al portale romando “20 minutes”, che riporta la curiosa iniziativa.
E al suo “collega” Fernando, argentino laureato in commercio internazionale, di aggiungere: "Ho imparato a conoscere me stesso come non mi conoscevo
prima e ora visualizzo meglio gli ostacoli da superare per raggiungere il mio obiettivo a lungo termine: ottenere un contratto di lavoro indeterminato, nell'ambito in cui mi sono laureato o in un altro in relazione con esso."
La responsabile dell'attività, Ariane Wunderli, sostiene che giocare con i Lego consente di stimolare simultaneamente entrambi gli emisferi del cervello. Inoltre, la tecnica Lego “serious play” sarebbe stata inizialmente sviluppataper le aziende, e in particolare per i manager. Solo in seguito è stato adattato ai disoccupati e infine ai migranti qualificati.
"Se per uno svizzero ben integrato, avendo studiato e lavorato qui, a volte è difficile trovare un lavoro in un campo specifico, è ancora più complicato per una persona che non parla francese, i cui i diplomi non sono riconosciuti, chi non ha una rete di conoscenze e non sa nulla della nostra cultura. L'iniziativa del cantone deve quindi essere accolta favorevolmente, perché i migranti qualificati hanno un potenziale reale da sfruttare ", ha affermato François Egger, direttore di Innopark e fondatore di SwisStart.