Svizzera, 30 marzo 2019
Più di due terzi degli infermieri nel suo cantone sono stranieri, ma lei non riesce a trovare un posto
"Quando ho iniziato la formazione, ci dicevano che c'era una carenza di infermieri", racconta Eva (nome di fantasia), una giovane ginevrina da poco laureata alla Scuola Superiore di Sanità del canton Vaud, a "20 minutes". "Ma per noi, giovani laureati, non ci sono posti vacanti…". Nonostante abbia inviato candidature a 65 tra cliniche e istituti nella regione, non ha ancora trovato un posto di lavoro a quasi sei mesi dalla fine degli studi. "Ho avuto solo un colloquio con l'ospedale universitario cantonale (HUG), in psichiatria, senza essere assunta. Sono disgustata."
La difficoltà di Eva a trovare un posto di lavoro in un settore, quello infermieristico e in più in generale quello sanitario dove da tempo si sente parlare di carenza di personale, è reso ancora più incomprensibile dal fatto che il canton Ginevra applica da diversi anni la preferenza indigena nelle strutture pubbliche, quindi una

gran parte delle cliniche e istituti in cui lavorano infermieri. Nonostante ciò, il 52% del personale nel 2017 era ancora straniero. Per quel che riguarda solo il settore infermieristico nello stesso anno addirittura il 63% del personale era francese, senza che sia indicato il numero di stranieri oltre ai francesi o quanti fra di essi erano frontalieri.
La mancanza di personale infermieristico in Svizzera esiste, conferma Nicolas de Saussure, portavoce dell'HUG, contattato da "20 minutes". Ma non in tutte le strutture sanitarie. "Tranne alcuni casi eccezionali tutti i laureati a Ginevra trovano, se vogliono, un lavoro nelle istituzioni pubbliche", afferma il Consigliere di Stato Mauro Poggia. Ricorda, tuttavia, che la preferenza indigena non dà il diritto di essere subito assunti. Ma, secondo Poggia, le possibilità di Eva di trovare un lavoro rimangono buone, in quanto il numero di infermieri vicini alla pensione sta aumentando.