Avanti così, il nostro massimo campionato rischia di diventare davvero assai poco interessante ed emozionante, con conseguenze facilmente immaginabili; prima fra tutte la disaffezione pubblico, che già adesso non vede di buon occhio il dominio di una sola squadra. Per la cronaca: i bernesi hanno vinto il loro secondo titolo consecutivo (tredicesimo nella storia) con largo anticipo, quando al termine della Super League restano ancora 7 partite da giocare. Cose mai viste…
Nuova era targata YB?
È possibile. La storia recente ci dice che la squadra diretta da Gerardo Seoane sembra destinata a rimanere la più forte del lotto ancora per parecchio tempo. Lo Young Boys ha la rosa più competitiva del Paese, una rosa profonda, che non prevede sconvolgimenti tecnico-tattici perché la forza dei singoli è pressoché simile: togli Hoarau, tanto per fare un esempio, ci pensa Nsamé; togli Lauper c’è Aebischer; cambi Wütrich ecco Camara. E via discorrendo. Ma non solo: al di là dei numeri (che sono impressionanti) i bernesi hanno superato il “passaggio” di guida tecnica senza problemi, perchè Gerardo Seoane è stato bravo a mantenere la base creata dal suo predecessore Adi Hütter, ritoccando poco o nulla rispetto al passato. Forse, se proprio si vuole cogliere una differenza, lo Young
Boys odierno ha una vocazione maggiormente offensiva. Ma il vero fiore all’occhiello è senza dubbio la programmazione. Come dice il direttore sportivo Christhoph Spycher, ex giocatore, “non c’è tempo per bearsi, altrimenti sei fregato”.
In Europa altra storia
Come la scorsa stagione, lo Young Boys dovrà giocare il playoff di accesso alla Champions League.Nell’estate del 2018 i gialloneri eliminarono la Dinamo Zagabria e si qualificarono ai gironi, un risultato in fondo non atteso né preteso, visto che la squadra aveva pochissima esperienza a questi livelli. La storia ora si ripete: in agosto la squadra del confermatissimo Gerardo Seoane dovrà confrontarsi nuovamente con lo spareggio e stavolta, più dello scorso anno, le difficoltà saranno grandi. Sì, perché la rosa del futuro è destinata a subire ancora dei cambiamenti. Alcuni pezzi da novanta sono in partenza (Mbabu, Sow e Fassnacht), altri potrebbero seguirli all’estero. E se i ricambi possono andare bene (di lusso, diremmo) per il massimo campionato svizzero, per l’Europa potrebbero non bastare.
In Europa altra storia
Come la scorsa stagione, lo Young Boys dovrà giocare il playoff di accesso alla Champions League.Nell’estate del 2018 i gialloneri eliminarono la Dinamo Zagabria e si qualificarono ai gironi, un risultato in fondo non atteso né preteso, visto che la squadra aveva pochissima esperienza a questi livelli. La storia ora si ripete: in agosto la squadra del confermatissimo Gerardo Seoane dovrà confrontarsi nuovamente con lo spareggio e stavolta, più dello scorso anno, le difficoltà saranno grandi. Sì, perché la rosa del futuro è destinata a subire ancora dei cambiamenti. Alcuni pezzi da novanta sono in partenza (Mbabu, Sow e Fassnacht), altri potrebbero seguirli all’estero. E se i ricambi possono andare bene (di lusso, diremmo) per il massimo campionato svizzero, per l’Europa potrebbero non bastare.
Un ticinese nello staff
Anche Matteo Vanetta è diventato campione svizzero. L’ex giocatore di Lugano, Sion e Chiasso dalla scorsa estate è assistente insieme ad Haral Gämperle di coach Seoane. Molto apprezzato oltre Gottardo, Matteo era stato prima collaboratore del settore giovanile dello Young Boys e poi assistente delle nazionali svizzere Under 18 e Under 19. Anche a lui vanno dunque estesi i complimenti per una stagione d’oro, culminata con la vittoria storica (2-1) contro la Juventus di Cristiano Ronaldo nel girone di Champions League.
B.C.