Magazine, 04 maggio 2019
Ma gli smartphone ascoltano quello che diciamo? "No, peggio"
In un modo o nell’altro è capitato a tutti. E a chi non è capitato, capiterà. Incontri un amico, ci parli e poco dopo, quando ti rimetti a smanettare sullo smartphone, sul display appaiono pubblicità commerciali relative agli argomenti appena trattati.
Ma come è possibile? È la tecnologia, bellezza. Verrebbe da dire parafrasando la celebre citazione del film “L’ultima minaccia”.
Come è possibile? Gli smartphone sono in grado di ascoltare le nostre conversazioni? No, secondo Tristan Harris, ex etico del design di

Google. “Non ci sono registrazioni segrete, ma il sistema che usano è ancora più inquietante”, dice.
“All’interno di un server di Google o di Facebook c’è una specie di bambolina voodoo, che è la versione avatar di ogni utente. Ascoltare le conversazioni sarebbe inutile, esistono già dati a sufficienza che permettono di capire gusti, idee, opinioni e abitudini del soggetto in questione. I click, i like, le ricerche, il tempo di permanenza su un sito e su una pagina, bastano e avanzano per dare una rappresentazione accurata dell’utente”.