TICINO - Come si è potuti arrivare a tanto? Le accuse che arrivano da 62 docenti sono pesanti: pianificazioni sbagliate, segnali d’allarme ignorati, zero trasparenza. Un mix esplosivo che ha generato aspettative nei giovani per poi lasciarli nel limbo, senza un futuro certo.
E mentre i ticinesi restano senza "cattedra", quanti permessi B e frontalieri continuano ad insegnare nelle scuole del nostro Cantone? Il paradosso è evidente: si formano aspiranti docenti locali che poi restano a spasso, mentre in aula entrano insegnanti d’oltreconfine. Ciliegina sulla torta: persino alla SUPSI – dove si abilitano i futuri docenti – insegnano professori frontalieri.
La questione è politica, ma anche culturale: continuiamo a incentivare studi in ambiti “soft” come italiano, storia e inglese, dove l’offerta supera di gran lunga la domanda. Il risultato? Giovani illusi e contribuente ticinese chiamato a finanziare un sistema che produce frustrazione.
Forse al DECS dovrebbero smettere di giocare a fare i pianificatori del nulla, e cominciare a ragionare su un orientamento scolastico più ancorato alla realtà. E magari, ogni tanto, ascoltare chi nella scuola ci lavora davvero.