Ticino, 30 maggio 2019

"Gli italiani hanno chiuso la dogana senza dirci nulla"

Attiva in politica sin dalla tenera età, figlia del rimpianto Rodolfo, municipale di Chiasso e Consigliere nazionale da due legislature, Roberta Pantani si è da tempo affermata come una figura di primo piano della politica ticinese e della Lega dei Ticinesi, in particolare nel mendrisiotto. E tra il recente aumento di furti al confine, le elezioni federali che si avvicinano e i problemi che attagliano Chiasso da ormai diversi anni, a Roberta Pantani il lavoro non deve certo mancare. Ma come si riesce a gestire due attività importanti come Consigliere nazionale a Berna e vicesindaco a Chiasso ? E cosa possono aspettarsi i ticinesi in merito alla chiusura notturna delle dogane, misura approvata dal parlamento proprio grazie a una mozione di Pantani ma poi annullata dal Consiglio federale ? E la difficile situazione del mercato del lavoro e dei commerci come la si può affrontare ?

Partiamo dal principio. Come è nata la sua passione per la politica e come si è avvicinata al movimento che fu di Giuliano Bignasca?

Ho sempre fatto – per così dire - politica sin da piccola. A scuola ero una a cui piaceva discutere ore e mi piaceva prendere le difese di uno o dell’altro compagno. Crescendo poi, diventando adulta, è stata una scelta « naturale » quella di entrare in politica, se penso che già quando portavo i miei figli all’asilo ero diventata la portavoce delle istanze delle varie mamme. L’avvicinamento alla Lega è stato scontato, in famiglia con mio padre che era già attivo per il Movimento. Bisogna comunque dire che aderire alla Lega a quel momento non era cosa del tutto scontata, anzi!, richiedeva buone dosi di coraggio e avventatezza, che non mi sono certo mai mancate…

Oggi lei è vicesindaco a Chiasso, Consigliera nazionale a Berna e commercialista. Come riesce a conciliare le tre attività?

Basta sapersi organizzare. A Chiasso, dove sono vicesindaco, i colleghi di Municipio acconsentono a volte di anticipare le sedute settimanali al lunedì per permettermi di seguire gli appuntamenti bernesi. Ho anche la fortuna di occuparmi di due dicasteri, Socialità e Relazioni istituzionali-economia, che funzionano bene e vanno avanti anche senza di me grazie alla competenza di responsabili e collaboratori, per i quali sono comunque sempre a disposizione per ogni necessità. Avere un calenario di appuntamenti comunque definito a Berna, mi permette di organizzare al meglio gli impegni lavorativi, In ufficio posso contare sulla piena disponibilità e competenza dei miei collaboratori, che ringrazio.

Può spiegarci brevemente la differenza tra essere deputata a Berna e municipale a Chiasso?

Partendo dal presupposto che quello di Chiasso è un esecutivo mentre a Berna sono membro di un legislativo, sono due modi diversi di fare politica ma con un obiettivo comune : essere al servizio dei cittadini. A Chiasso sono più a contatto con la popolazione e i suoi bisogni che vengono anche espressi direttamente al Municipio. A Berna si lavora prevalentemente per presentare leggi o interventi da sottoporre al Governo federale, nella speranza che vengano implementate.

Qual'è il risultato personale più importante che ha conseguito in tutti questi anni di attività politica?

Dopo 16 anni in Municipio, le soddisfazioni ottenute sono tante, soprattutto nei Dicasteri di mia competenza. Diversi sono i risultati ottenuti nel Dicastero Sicurezza, penso alla videosorveglianza, alla riorganizzazione e al riconoscimento delle Polizie polo, nella Socialità, penso al progetto Frequenze, che mira al reinserimento delle persone in assistenza nel mondo del lavoro, al servizio operatori di strada, ad un miglioramento dei servizi ai cittadini in difficoltà, ecc.

I tempi di un legislativo federale sono diversi rispetto a quelli di un Esecutivo comunale, per cui i temi portati avanti hanno un decorso più lungo prima di arrivare a destinazione. Oltre alla mozione di chiusura dei valichi secondari, sono contenta di avere in prima fase un’iniziativa parlamentare per la modifica della Legge sulla FINMA, nonché di aver contribuito in modo importante alla modifica della nuova Legge sull’asilo, portando l’esempio dei lavori socialmente utili di Chiasso e alla nuova Legge sugli stranieri. Ma ci sono decine di altri interventi. Insomma, in 8 anni a Berna non sono stata con le mani in mano.

C'è qualcosa che invece rimpiange aver fatto o avrebbe voluto fare diversamente?

Rimpianti no, forse se mi guardo indietro avrei gestito diversamente alcuni dossier a livello comunale, come ad esempio quello legato al TrenHotel, che venne bocciato in referendum.

Un tema che la tocca da vicino e che è tornato alla ribalta nelle scorse settimane è la chiusura notturna delle dogane, questione
di cui si dibatte nuovamente dopo che diversi bancomat lungo il confine sono stati rapinati. La Confederazione, dopo un test pilota di sei mesi, aveva deciso di non prolungare la chiusura notturna dei valichi. Secondo lei, alla luce delle rapine avvenute recentemente, i ticinesi possono attendersi un cambio di rotta da parte di Berna? Se no, cosa si può fare?

Attendersi un cambio di rotta è un diritto dei ticinesi che, alla luce dei fatti citati nella domanda, hanno visto una diminuzione della percezione soggettiva della sicurezza. Nel 2014, quando ho presentato la mozione chiedendo la chiusura notturna dei valichi secondari, il problema principale era quello dei furti nelle abitazioni. Oggi questi criminali hanno fatto un passo in avanti, arrivando a utilizzare esplosivo a ridosso dei centri abitati o addirittura al piano inferiore delle stesse abitazioni. Non possiamo restare a guardare. Per il Consiglio federale la chiusura dei valichi andrebbe a compromettere la collaborazione tra Svizzera e Italia nell’ambito della sicurezza di confine.

Peccato solo che le autorità italiane abbiano deciso di anticipare la chiusura serale di Vacallo-Pizzamiglio senza comunicare nulla agli omologhi svizzeri… Il Ticino deve dimostrarsi unito e chiedere a gran voce a Berna di tornare sui suoi passi. Deve farlo a seguito dei fatti di cronaca ma anche perché la maggioranza della commissione della sicurezza del Nazionale ha proposto lo stralcio della mia mozione ritenendola attuata. La posa di barriere da abbassare in caso di necessità e di cartelli di videosorveglianza sono ben diversi dalla chiusura.

Spostiamoci a Chiasso. Negli scorsi anni la città di confine è spesso salita agli onori della cronaca per la difficile situazione del mercato del lavoro, con aziende, anche attive nel terziario, che contano praticamente solo frontalieri. È cambiato qualcosa? Se no, cosa si dovrebbe fare secondo lei per migliorare la situazione?

Il problema continua purtroppo e essere attuale e non è limitato a Chiasso, ma va esteso a tutto il Cantone. A Chiasso il tema è sensibile visto che siamo il Comune ha il maggior numero di persone in assistenza. Ed è anche per ovviare, seppur parzialmente, a questa problematica che è nato ‘Frequenze’, un progetto di promovimento economico e culturale che permette a persone che beneficiano dei contributi assistenziali di riaffacciarsi nel mondo del lavoro. Di recente, inoltre, il Consiglio comunale ha lanciato un segnale forte, decidendo di dire basta al precariato negli appalti pubblici comunali, modificando il relativo articolo del regolamento comunale.

Un altro aspetto critico di Chiasso è la situazione difficile dei commerci, situazione che rischia di peggiorare ancora con l'apertura di un centro commerciale a ridosso del confine. Che cosa si dovrebbe fare per migliorare l'attrattività dei commerci?

Un tema noto e sul quale stiamo lavorando da anni. Purtroppo nessuno ha la bacchetta magica e crisi economica, vicinanza con il confine e abitudine al commercio online non aiutano. Partendo dal presupposto che la soluzione non può essere immediata, bisogna avere la consapevolezza che pubblico e privato devono andare nella stessa direzione. Chiasso è una città che ha bisogno di una scossa e se vogliamo immaginarla come un centro commerciale è necessaria la collaborazione di tutti. Pur dovendo a sua volta confrontarsi con un periodo economico non florido, il Municipio di Chiasso è sempre a disposizione come partner nell’organizzazione di eventi.

A Chiasso sono presidente dell’Apec, l’Associazione promovimento economico. Quest’anno, in collaborazione col Municipio, daremo vita al progetto ‘Un cielo di farfalle’ : fino a fine settembre Corso San Gottardo sarà ravvivato dai colori dei lepidotteri. L’iniziativa vuole migliorare l’immagine di Chiasso : ora tocca a commercianti ed esercenti sfruttare opportunamente la presenza di questa installazione.

Il prossimo ottobre si tengono le elezioni federali. Che cosa dovrà fare la Lega per confermare i suoi due leggi, soprattutto alla luce dell'arretramento alle scorse elezioni cantonali e all'avanzata della sinistra?

Ogni elezione è un discorso a sé. I risultati delle ultime cantonali ci devono spingere a serrare i ranghi : il nostro elettorato dovrà prima di tutto recarsi alle urne e non disperdere voti. Un discorso che vale per le Federali di ottobre così come per le Comunali dell’anno prossimo.
L’obiettivo minimo per ottobre sarà quello di confermare i nostri due seggi. Per me sarà il terzo mandato : la voglia e l’impegno di portare avanti i miei temi e di lavorare a favore del Ticino e dei ticinesi sono quelli del primo giorno.


KC






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