In sedia a rotelle perchè sua madre le ha sparato cinque volte a bruciapelo. È successo a Losanna, nel 2017, a Patrizia, una 27enne italiana che viveva allora con la madre 63enne. In causa, a quanto sembra, un mix di tensioni familiari, di potenti farmaci e depressione, che hanno spinto la 63enne all'assurdo gesto di sparare ripetutamente alla figlia. E in questi giorni si tiene il suo processo, occasione di ricostruire la drammatica vicenda accaduta due anni fa, il 29 giugno 2017.
"Non ricordo se ho deciso di uccidere mia figlia quando è arrivata a casa sua." È una delle prime affermazioni della madre, che vive in Svizzera da diversi anni insieme alla figlia. Sostiene di non ricordare quasi nulla di quanto successo. "Ero confusa, stavo prendendo Zolpidem da molto tempo (un potente induttore ipnotico del sonno), ma non ero sotto gli influssi dell'alcol." Farmacista di professione, questa madre era tormentata da tensioni con la figlia di 27 anni, che era stanca di dover convivere con il malessere di sua madre, la sua profonda depressione, le sue continue minacce di suicidio e, peggio ancora, di ucciderla.
Questo giovedì del giugno 2017, su richiesta di Patrizia, l'imputata sale al terzo piano. Le due vivevano a Losanna nello stesso edificio che appartiene alla madre. Patrizia vuole discutere di questioni riguardanti il patrimonio di famiglia. Per ragioni che rimarranno inspiegabili quel giorno, sua madre prende la borsetta e dove teneva nascosta una pistola Beretta calibro 22, arma con cui la donna faceva tiro sportivo. Chiede alla figlia di poter vedere il suo coniglio, che Patrizia teneva in una gabbietta. Poco prima aveva preparato