Sport, 14 luglio 2019

“Che sofferenza commentare la fine di Marco Simoncelli…”

Faccia a faccia con il popolare telecronista della RSI Alessandro Tamburini

LUGANO - Dal 1995 è entrato nel mondo del giornalismo sportivo. Dopo tanta gavetta nel cartaceo, Alessandro Tamburini è passato alla redazione sportiva della RSI, diventando uno dei telecronisti più apprezzati di motociclismo, hockey su ghiaccio, basket, freestyle e snowboard.

Considerando la sua polivalenza sportiva e uno spessore umano come pochi, abbiamo voluto incontrarlo per parlare della sua brillante carriera e non solo. Alessandro sa trasmettere forti emozioni, e quando gli si sta accanto spesso è come vivere di persona un evento..

Il suo maggior pregio?
Passione, preparazione e professionalità

Il suo peggior difetto?
L’autocritica, che alla fine mi porta ad avere poca autostima 

Cosa le dà più fastidio nella vita?
La mancanza di coerenza

La sua paura più grande?
Non essere all’altezza di svolgere un qualsiasi compito 

Se diciamo… famiglia cosa risponde?
Il mio tutto, ma anche la mia sofferenza visto che non sono più sposato 

Cosa è per lei la serietà professionale?
Come ho detto sopra, preparazione, professionalità, passione ma anche…. puntualità e precisione nel lavoro 

Attore preferito?
Al Pacino

Attrice preferita?
Stefanie Von Pfetten

Lo scrittore preferito?
Fjodor Michailowitsch Dostojewski

La radio preferita?
Il primo ed il terzo canale della RSI

La sua televisione preferita?
La RSI, anche se poi mi piace spaziare anche su altre emittenti. Guardare ed imparare la TV.

Cosa significa per lei esercitare il mestiere del giornalismo?
Provare a raccontare delle storie, delle emozioni, provare ad essere l’anello di congiunzione tra l’evento ed il pubblico

Perché lei ha scelto di fare il giornalista?
L’invito ad entrarci me lo ha fatto un carissimo collega, ho detto sì perché ho avuto un’opportunità di restare nel mondo sportivo una volta smesso di praticarlo sul campo di basket a causa di un grave infortunio 
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Qual è l’emozione più forte che prova facendo il suo lavoro?
Avere l’onore di raccontare spesso in diretta degli eventi. Adrenalina pura insomma. Mi ritrovo “giocatore”.

Il primo amore non si scorda mai, quindi la prima telecronaca…
Alle Olimpiadi di Salt Lake City nel 2002 quando ho commentato le gare di freestyle e delle gobbe. Johnny Mosley... precursore.

Per ogni atleta i Giochi sono un evento unico, vale la stessa cosa per un giornalista?
Assolutamente sì, si respira un’aria davvero speciale, è il motore della mia vita… 

Commentare le moto, un divertimento per lei ma anche per il pubblico… 
Vale la stessa cosa per lo sci acrobatico, lo snowboard o il basket, oppure l’hockey, ogni evento è puro orgoglio e passione

Un momento indimenticabile della sua vita?
Quando purtroppo ho perso un grande amico, ossia Marco Simoncelli, perito in un incidente durante una gara di motociclismo. Una sofferenza commentare l’accaduto. Fa male ancora oggi 

Le sue “spalle” ideali nei commenti delle moto… 
Sandro Baumann, Marco Masetti, ma poi ce ne sono altri, tutti bravissimi ed appassionati

Nella sua carriera ha però avuto una spalla molto speciale…
Assolutamente Peter Jaks, perché sapeva essere vero fino in fondo, anche quando non concordava con i miei giudizi 

La canzone preferita?
“One” degli U2

Il paese migliore per abitare?
Qualsiasi, pur di restare vicino ai miei figli

Se lei volesse fare una dedica molto speciale a chi la indirizzerebbe?
A mio padre Luigi e a mia madre Vera. Sono il mio infinito

Ha un sogno nel cassetto?
Per ora non ne ho, la mia speranza è però quella di avere maggior stima in me stesso

HCL o HCAP?
Non nego che da giovane ho tifato per i leventinesi, ma sono luganese; è la mia città, che amo; professionalmente parlando riesco comunque a restare neutro. Voglio bene ad entrambe le realtà.

G.M.

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