Svizzera, 06 settembre 2019
"Mia moglie svizzera mi picchia". Ma viene espulso lo stesso
Lui camerunense, 42 anni, padre di otto figli. Lei svizzera, 63 anni, nubile. Durante una vacanza in Africa della donna, scoppia l’amore. I due si sposano. In un secondo tempo lui lascia la sua precedente famiglia in Camerun e raggiunge la nuova consorte in Svizzera. Qui ottiene un permesso di dimora a titolo di ricongiungimento familiare.
La convivenza però si rivela difficile. Dopo pochi mesi la coppia si separa ma lui resta in Svizzera. Trascorre un anno e l'uomo chiede il rinnovo del permesso di dimora. Le autorità cantonali di Vaud però glielo rifiutano, vista la fine della vita coniugale con la moglie svizzera.
L’uomo comincia così una battaglia

legale adducendo motivazioni piuttosto strampalate. Sostiene, per esempio, che il matrimonio è naufragato perché sua moglie svizzera lo picchiava. Dice di essersi ben integrato e che farebbe fatica a reintegrarsi in Camerun.
Ma i giudici, dapprima cantonali poi federali, non gli hanno creduto evidenziando che nel suo solo anno in Svizzera l’uomo ha beneficiato di aiuti sociali e non si è creato legami particolari. Inoltre avendo sempre vissuto e lavorato in Camerun, secondo i giudici un rientro dai suoi otto figli non dovrebbe essere particolarmente difficoltoso. Il rimpatrio dell’uomo in Camerun è dunque stato confermato. (sentenza 2C_685/2019)