Opinioni, 21 settembre 2019

Cassa malati: o si cambia, oppure…

Si avvicina la fine di settembre e con essa l’annuncio, ormai diventata consuetudine annuale, dell’ennesimo aumento dei premi di cassa malati. Se pensiamo che nel 1996 il premio medio era di 176 Fr al mese e lo confrontiamo con quello odierno, è evidente che il sistema galoppa verso l’infinanziabilità.

I premi di cassa malati non seguono l’evoluzione dei costi, le riserve vengono travasate da un Cantone all’altro, oltre ad essere pompate, la lobby assicurativa dispone di uno strapotere sulla formazione dei premi, i manager delle casse malati guadagnano stipendi vicino al milione di franchi annui. In più, le Camere federali sono farcite di deputati che sono contemporaneamente lobbisti delle assicurazioni malattia. Il primato lo detiene il PLR. Non a caso Ignazio Cassis, quando era capogruppo dell’ex partitone nel parlamento federale, di lavoro faceva proprio il lobbista dei cassamalatari.

Il sistema dei sussidi per la riduzione del premio, che sono una parte integrante della LAMal, dal momento che questa non tiene conto della forza finanziaria degli assicurati, diventa sempre più confuso e non trasparente. Le ultime riforme cantonali hanno portato ad un aumento dei beneficiari di sussidi ma contemporaneamente ad una riduzione del sussidio medio per caso, quindi i sussidi diventano meno incisivi e più ad innaffiatoio.

Per questo la Lega dei Ticinesi sostiene la necessità della creazione di una cassa malati unica e pubblica. All’inizio degli anni duemila, il Nano lanciò un’iniziativa popolare per la creazione di una cassa malati cantonale. La partitocrazia in Gran
Consiglio nemmeno permise al popolo di votarla. Perché una cassa malati unica e pubblica (il modello potrebbe essere la SUVA, che funziona bene)? Non certo per inclinazioni bolsceviche, ma perché quasi 25 anni di LAMal hanno reso evidente che nell’ambito di un’assicurazione sociale la libera concorrenza non porta ai risultati sperati. Ed infatti i premi aumentano senza controllo.

Una cassa malati unica e pubblica comporterebbe almeno tre vantaggi fondamentali. 1) I premi seguirebbero l’evoluzione reale dei costi della salute; attualmente non è il caso, soprattutto in Ticino, dove da un quarto di secolo paghiamo premi eccessivi rispetto ai costi. 2) Riduzione degli apparati amministrativi (oggi ci sono una sessantina di casse malati con i rispettivi supermanager), fine dell’utilizzo dei soldi dei premi per campagne pubblicitarie con cui rubarsi a vicenda i “buoni rischi”, eccetera. 3) I premi potrebbero venire abbassati artificialmente tramite contributi pubblici.

Dove andare a prenderli? C’è solo l’imbarazzo della scelta. Ad esempio, la Banca nazionale svizzera (BNS) nel primo trimestre 2019 ha realizzato 38.5 miliardi di utili. Oggi la BNS ha un bilancio di circa 820 miliardi, ma a Confederazione e Cantoni ne distribuisce due. Vent’anni fa, con un bilancio che era un decimo di quello attuale, la distribuzione era di 1.5 miliardi. Senza contare che la Confederazione da una dozzina d’anni chiude i consuntivi con utili miliardari. Insomma, i soldi ci sono!

Lorenzo Quadri

Consigliere nazionale Lega

Lista 8 – candidato 2  

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