Opinioni, 14 ottobre 2019

Roberta Pantani: Divieto di dissimulazione del viso in Svizzera

Mentre in Ticino impazza la campagna elettorale, a Berna i lavori commissionali continuano. Negli scorsi giorni la Commissione delle Istituzioni Politiche ha affrontato l’esame dell’iniziativa popolare proposta dal Comitato di Egerkingen per il divieto di dissimulazione del viso su tutto il territorio nazionale. Naturalmente i fronti erano chiari: da una parte coloro che affermano che l’iniziativa sia inutile perché i casi di persone con il volto coperto in Svizzera sono pochi, non fanno numero e non necessitano di una modifica costituzionale, dall’altra coloro che pensano che questa iniziativa sia un segnale importante. Per la paura di andare alle urne solo con il testo dell’iniziativa – e quindi rischiare che venga accettata – ecco che la triade partitica ha proposto un controprogetto con una legge contro la dissimulazione del viso, in cui vengono definite le eccezioni in cui le persone devono mostrare il loro volto nonché si promuove l’uguaglianza tra uomo e donna nella società e si migliora la condizione della donna: tanti buoni propositi che distolgono l’attenzione dal testo originale dell’iniziativa e dai suoi obiettivi. Sono stata nel 2016 relatrice di minoranza sull’iniziativa parlamentare del collega Wobmann che aveva esattamente lo stesso scopo: quello di vietare la dissimulazione del volto in tutta la Svizzera. Gli argomenti contro sono stati gli stessi: tutti a riempirsi la bocca con l’uguaglianza, con la discriminazione e con l’inutilità di mettere tale divieto, ma il Nazionale allora mi seguì e accettò l’iniziativa. Ora siamo alla discussione di un’iniziativa popolare.  
Il testo proposto corrisponde al testo introdotto nella Costituzione del Canton Ticino, dopo votazione popolare.

La legge di applicazione è entrata in vigore negli scorsi anni e, al di là di episodi sporadici provocatori da parte di personaggi in manco di pubblicità, che
hanno fatto parlare di sé, inneggiando alla violazione della legge, non ci sono stati grandi difficoltà e tutto sembra procedere per il meglio.
Persino il turismo ticinese, che aveva paventato lo spettro della diminuzione dei turisti dal Medio-oriente, si è dovuto ricredere. I turisti provenienti da questa parte del mondo sono aumentati e tutti hanno rispettato questo divieto. Le contravvenzioni fatte sono state poche e si è preferito informare invece che reprimere, ricevendo in questo caso risposte positive. E’ una dimostrazione di rispetto per i nostri costumi, per le nostre leggi, che da noi, invece spesso non succede.
Il nostro consigliere di stato Norman Gobbi ha persino dichiarato che “i turisti arabi si sono dimostrati più intelligenti della sinistra che combatte queste proposte”.

Crediamo sia arrivato il momento di agire su questo tema. Ci si lamenta sempre che la politica arriva dopo a proporre delle soluzioni, quando i buoi sono già fuori dalla stalla, mentre in questo caso possiamo lavorare d’anticipo: e non è poco.

Non si tratta solo di rispetto dei nostri valori e dei nostri costumi. Si tratta soprattutto di rispetto verso le donne, di non discriminarle e di non accettarne nessuna sottomissione. Di fatto una donna con il viso coperto, che cammina dietro suo marito, non è una visione che appartiene alla nostra civiltà. Tanto vale essere scese in piazza a manifestare quando poi non si riesce a condividere un principio fondamentale di libertà e di rispetto. E’ la dimostrazione – purtroppo – che il tema delle donne viene politicizzato solo quando conviene alla sinistra e che quando si tratta di difenderle davvero, sparisce dietro il “politically correct”.

Se finiremo tutte sotto un burka, sapremo chi ringraziare.

Roberta Pantani
Consigliera nazionale

Lista 8
Candidata 1

Guarda anche 

Incidente stradale a Brusino Arsizio: 88enne in gravi condizioni

Questa mattina, poco prima delle 9.30, si è verificato un incidente stradale a Brusino Arsizio, sulla via Al Confine, nei pressi del confine con l’Italia....
21.11.2024
Ticino

SSR: tagli per 1000 posti di lavoro entro il 2029

Fonte: Blick La nuova direttrice generale della SSR, Susanne Wille, ha annunciato un ambizioso piano di risparmio che potrebbe portare a cambiamenti significativi...
21.11.2024
Svizzera

La televisione svizzerotedesca bacchettata per “fake news” sulla guerra a Gaza

La televisione pubblica svizzerotedesca SRF è stata rimproverata dall'organismo di mediazione della SSR per aver pubblicato notizie ritenute inesatte. Intitola...
21.11.2024
Svizzera

L'UE vuole un nuovo accordo con la Svizzera per combattere l'evasione fiscale

La Commissione europea vuole rinforzare la lotta alla frode fiscale dei cittadini dell'UE residenti in Svizzera e a tale scopo vuole rinegoziare l'attuale accordo...
21.11.2024
Svizzera

Informativa sulla Privacy

Utilizziamo i cookie perché il sito funzioni correttamente e per fornirti continuamente la migliore esperienza di navigazione possibile, nonché per eseguire analisi sull'utilizzo del nostro sito web.

Ti invitiamo a leggere la nostra Informativa sulla privacy .

Cliccando su - Accetto - confermi che sei d'accordo con la nostra Informativa sulla privacy e sull'utilizzo di cookies nel sito.

Accetto
Rifiuto