“Anche se la politica non t’ interessa, è la politica che s’interessa a te”. Questa frase, che alcuni attribuiscono al fu presidente americano John Fitzgerald Kennedy, racchiude un’ovvietà sulla quale, però, molti di noi non si soffermano mai. Dal costo dei generi alimentari alla scuola in cui mandiamo i nostri figli, dal tipo di cure sanitarie che ci vengono offerte alle pensioni che riceveremo, tutto è politica. E sono i politici a decidere se, alla fine del mese, potremo concederci una cena o un week end in montagna in più o in meno, dal momento che è la pressione fiscale, decisa dal parlamento, a lasciarci o meno il denaro necessario per pianificare la nostra quotidianità.
Il solo e unico modo per cercare di forgiare il nostro futuro e di gestire al meglio il nostro destino è dunque esprimere un voto. Non ci sono molte altre possibilità.
Certo, per la maggior parte dei cittadini non esistono il partito o il candidato perfetto. Quello che rispecchia, in toto, la nostra visione del mondo, le nostre aspirazioni e che permette a un individuo di riconoscersi appieno nel programma elettorale. Ma anche le persone che amiamo e con le quali condividiamo la nostra vita capita di rado siano perfette. Eppure, senza di loro noi non saremmo niente. Inoltre, il voto a un candidato o a un partito non è per sempre. Ogni quattro anni, il nostro Paese ci dà la possibilità di premiare o, al contrario, non rieleggere chi non ha fatto ciò che ha promesso in campagna elettorale o ci ha deluso in qualche modo.
Noi diamo per scontato che votare sia poco più di una formalità. Qualcosa di scontato e di ovvio. Del resto, siamo cresciuti in un Paese in cui si è sempre votato, perché la Svizzera è un Paese democratico. Ma non lontano dai nostri confini c’è
gente che non può votare affatto. O che, se vota come non piace a qualcuno, viene presa a manganellate. Ci sono cittadini di Paesi in cui magari siamo stati in vacanza che vengono arrestati se esprimono critiche nei confronti di chi è al potere. E finiscono in prigione. Sono situazioni che non ci appartengono e immagini che siamo soliti vedere solo in televisione. Ma è la vita reale per centinaia di milioni di esseri umani sparsi in ogni angolo del pianeta. Non si tratta di un film.
È facile dare la colpa agli altri quando capita qualcosa di spiacevole, in Svizzera o nel resto del mondo. Quando la maggioranza dei politici prende una decisione che non ci trova d’accordo o che, addirittura, ci inorridisce. Ma è proprio il nostro voto a indicare la strada. Sì, proprio il nostro, singolo voto. Molti pensano che, comunque vada, non sarà una manciata di schede a fare la differenza. Niente di più sbagliato. In Svizzera, ci sono numerosi esempi, anche recenti, in cui un candidato non è stato eletto o rieletto per il rotto della cuffia. Nel 2017, in Ticino, un’iniziativa non è stata approvata per poche decine di voti: 35, per la precisione.
Ecco perché ogni voto conta. E il giusto equilibrio tra razionalità ed emotività ci dice chiaramente che ognuno di noi è importante ed è investito di un’enorme responsabilità. Una politica sempre più polarizzata ci ha fatto perdere di vista l’essere umano. Ma è proprio l’essere umano a dover essere al centro di ogni azione politica. Certo che se quell’essere umano rifiuta di fare udire la propria voce, chi ama urlare invece di ragionare, l’avrà vinta.
Michele Moor
Consiglio Nazionale
Lista 1 Candidato 4
Michele Moor
Consiglio Nazionale
Lista 1 Candidato 4