Ticino, 04 novembre 2019

Lega e UDC compatti per Marco Chiesa agli Stati: "Un candidato d’area che rappresenta il 60 % dei ticinesi"

Una folta rosa di rappresentanti di spicco tra UDC e Lega dei Ticinesi a tutti i livelli istituzionali hanno lanciato oggi a Bellinzona la campagna per il ballotaggio delle elezioni al Consiglio degli Stati dando il loro pieno appoggio alla candiatura di Marco Chiesa. "Secondo loro – si legge in un comunicato – e considerando le ultime votazioni tematiche federali, Chiesa rappresenta la volontà del 60% del popolo ticinese. Sarebbe contro ogni logica non mandarlo a Berna, visto soprattutto il suo brillante risultato al primo turno".

Nella conferenza stampa congiunta, i leghisti presenti Marco Borradori (sindaco di Lugano), Lorenzo Quadri (consigliere nazionale) e Michele Foletti (capogruppo in Gran Consiglio) hanno ribadito che "la base del elettorato leghista si identifica in pieno con quanto Marco Chiesa difende: lotta contro l’entrata nell’UE, lotta contro l’accordo quadro che mina la democrazia diretta e l’autodeterminazione svizzera, lotta alla libera circolazione che sta distruggendo il mercato del lavoro ticinese, lotta alla criminalità importata e all’impoverimento del ceto medio con eco-tasse e altro".

Lorenzo Quadri ha sottolineato che “gli altri due candidati euro-turbo dicono di andare d’accordo. Ma non stiamo cercando di
mandare a Berna dei soci della birra ma chi meglio difende gli interessi del nostro cantone e la sovranità della Svizzera.” La campagna congiunta Lega-UDC è “una vera coalizione di temi, non una facciata per salvare la poltrona”, ha ribadito Michele Foletti.

Inoltre “Marco Chiesa non rappresenta delle lobby, ma un’area politica che vuole dare delle risposte concrete e offrire soluzioni al popolo ticinese. Chiesa è un uomo del popolo.” così Piero Marchesi, presidente UDC Ticino. È parola di Marco Borradori che, “la base leghista non ha nessuna difficoltà a sostenere la candidatura Chiesa, anzi ne è entusiasta.” Sergio Morisoli, capogruppo UDC, sostiene che “agli Stati risiedono i rappresentanti dei cantoni, non dei partiti. E Chiesa difende meglio il ceto medio ticinese con le sue preoccupazioni tra politica estera e politica interna.” In ultimo, il candidato stesso ha fatto leva sulla sua esperienza al nazionale, la sua ragionevolezza e determinazione ribandendo che ci vuole una voce forte e critica anche all’interno della camera dei Cantoni.

“Il Ticino è un Cantone di frontiera che deve essere rappresentato anche con questa voce nella Camera dei Cantoni, questo per il bene dei ticinesi.”

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