Ticino, 11 febbraio 2020

Un gruppo di socialisti vuole dare il diritto di voto agli stranieri, presentata un'iniziativa

Alcuni membri del Partito socialista ticinese vogliono concedere il diritto di voto e di eleggibilità a livello comunale anche agli stranieri. Lo hanno proposto alcuni presentando lunedì un’iniziativa parlamentare, con primo firmatario Fabrizio Sirica, mentre gli altri promotori sono Anna Biscossa, Laura Riget, Carlo Lepori, Gina La Mantia e Nicola Corti.

Secondo i promotori, concedere il diritto di voto agli stranieri a livello comunale "potrebbe essere di aiuto soprattutto nelle realtà più piccole del nostro cantone, dove trovare persone che si mettono a disposizione per i consigli comunali è sempre più difficile". Inoltre, sempre secondo gli iniziativisti, a diversi dirigenti di partito sarebbe successo di chiedere disponibilità a qualcuno per poi scoprire che la persona in questione non è cittadina svizzera. "Quante volte si è chiesto a brillanti cittadini, magari punti di riferimento nel mondo civile e sul territorio, di mettersi a disposizione per il consiglio comunale, per poi scoprire con grande sorpresa che non sono cittadini svizzeri e, purtroppo, non hanno il diritto di contribuire?" scrivono i promotori.

Di conseguenza è stata presentata l'iniziativa sopra menzionata, iniziativa che chiede di modificare l'art. 28 ("Diritto di voto") della Costituzione cantonale, aggiungendovi un capoverso che recita che “I Comuni possono conferire ai residenti di nazionalità estera il diritto di voto in materia comunale. Possono anche conferire il diritto di eleggibilità. La legge ne disciplina l'esercizio”.
Non è la prima volta che i socialisti ticinesi cercano di dare il diritto di voto ai cittadini stranieri. Nel 2012 l'allora deputato Francesco Cavalli presentò un'iniziativa analoga che fu però bocciata dalla maggioranza dal Gran Consiglio, raccogliendo "appena"
19 voti favorevoli.
Nel caso in cui questa volta il PS avesse successo, il canton Ticino diventerebbe il nono cantone a concedere il diritto di voto agli stranieri o ai comuni il diritto di concederlo. I cantoni di Ginevra, Neuchâtel, Friborgo e Giura lo concedono a tutti gli stranieri residenti mentre Basilea-città, Grigioni e Appenzello-Interno danno il diritto ai propri comuni di concederlo (nel caso di Basilea due comuni su tre lo hanno concesso, in Appenzello tre su venti mentre nessun comune grigionese concede questo diritto).

Da notare inoltre, che ogni volta che la questione del diritto di voto agli stranieri è stato sottoposto alla popolazione tramite votazione essa è stata rifiutata con maggioranze larghissime, con l'unica eccezione di Ginevra (52,3% di favorevoli al diritto di voto ma non di eligibilità nel 2004, dopo quattro tentativi respinti dalla popolazione). L'ultimo tentativo della sinistra di far passare questa misura tramite iniziativa popolare risale al 28 settembre 2014 quando, con il 85% di "no", i votanti del canton Sciaffusa respinsero la proposta. Precedentemente, sulla questione si erano espressi anche i cittadini dei cantoni di Zurigo, Uri, Soletta, Glarona, Berna e Argovia. Tutti quanti hanno bocciato la proposta con percentuali che variano dal 74,6% di "no" di Zurigo al 88,5% di voti contrari di Soletta.

Negli ultimi anni, forse dopo che si sono resi conto dell'impopolarità della misura, la sinistra svizzera sembra stia cercando di non più concedere il diritto di voto agli stranieri "tout-court", ma di raggiungere l'obiettivo indirettamente cercando piuttosto di dare ai comuni la possibilità di concederlo a loro volta. L'iniziativa odierna del PS ticinese è infatti simile ad un'altra presentata dalla sinistra zurighese appena un mese fa (vedi articoli correlati). 

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