Mondo, 21 marzo 2020

Il giallo del senatore americano che vende i suoi titoli in borsa prima dell'epidemia

In questi giorni, negli Stati Uniti, sta montando la polemica contro Richard Burr, senatore repubblicano del North Carolina, dal 2015 a capo del comitato dell’intelligence del Senato. Blurr, secondo quanto riporta un'inchiesta condotta dalla testa ProPublica, avrebbe venduto una consistente quota dei suoi titoli finanziari a metà febbraio, pochi giorni prima del crollo dei titoli di Wall Street a causa della diffusione del Coronavirus su suolo americano.

Burr avrebbe venduto, in 33 transazioni, titoli per un valore compreso tra i 628'000 e 1,72 milioni di dollari il 13 febbraio, circa una settimana prima che l’emergenza coronavirus iniziasse a colpire gli Stati Uniti, con il conseguente crollo del mercato azionario.

Visto il suo ruolo nel Senato, Burr potrebbe aver deciso di vendere le azioni in suo possesso dopo aver ricevuto informazioni riservate sull'effetto che avrebbe avuto, da lì a pochi giorni, la diffusione del virus nel Paese. Il Comitato di intelligence del Senato aveva infatti ricevuto una serie di briefing e rapporti di intelligence a gennaio e febbraio che includevano informazioni, non disponibili al
pubblico, sulla crescente pandemia di coronavirus.

Ma oltre all'accusa di inside trading, Burr è stato criticato per aver sottaciuto il pericolo del virus. Pochi giorni prima di aver venduto i suoi titoli, il politico americano scriveva un' editoriale, pubblicato sul sito di Fox News il 7 febbraio, in cui si diceva "estremamente fiducioso" sulle capacità dell’amministrazione Trump e del Congresso di contrastare l’epidemia.

Ma la fiducia che Barr mostrava in pubblico non si rifletteva quando il politico si esprimeva in privato. Ad un evento privato che si era tenuto il 27 febbraio, il Senatore repubblicano avrebbe criticato l’amministrazione per la sua inerzia di fronte all'avanzare dell'epidemia e dichiarato che il coronavirus “è molto più aggressivo nel contagio di quanto abbiamo mai visto nella nostra storia recente”.

Un portavoce di Burr ha affermato che la vendita dei titoli erano "transazioni personali effettuate diverse settimane prima che i mercati finanziari hanno mostrato segni di volatilità a causa del crescente scoppio del coronavirus".

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