In 70 anni non avevo mai vissuto una situazione che può essere paragonata alla realtà di questi ultimi 10 giorni. Per collocare questi eventi in una mia personale memoria, ritorno ai racconti di mia madre Margherita ai tempi della Seconda guerra mondiale, quando avvistati gli aerei della Luftwaffe tedesca, gli zurighesi correvano terrorizzati al riparo. Ma io non c’ero, non ho vissuto questo attacco alla mia libertà individuale.
Ora, annientato anche il panem et circenses moderno, congelato completamente il modello sociale attuale, all’uomo rimane un enorme vuoto da riempire. Non posso esimermi dall’ascoltare attentamente la mia coscienza per rendermi conto che il Covid-19 e la sua portata tsunamica sia dovuta in gran parte ad un modello di comportamento quantomeno rivedibile. Questa pausa non può far altro che risvegliare in tutti noi l’impellente necessità di ridiscutere completamente il nostro paradigma sociale, economico e politico.
Quali priorità?
Quali diventano, nel post-Covid19, le priorità? Chi saranno i leader del nuovo corso? Ancora chi abbaia più forte, più insistentemente? Il liberismo nichilista che ha scandito le nostre vite si frantuma fragorosamente a causa di un microscopico virus che ha trovato terreno fertile nella società iper connessa, cannibale, spietata ed egoista che abbiamo permesso venisse costruita in nostra ingiustificata assenza. Il potere politico ed economico mondiale che ci ha sempre indotto al consumo sfrenato al più basso costo possibile oggi si ritrova, inaspettatamente, privato della sua autorevole corona da regnante. Il reticolo infinito di sudditi narcotizzati dal sopra citato panem et circenses si risveglia accorgendosi che questo potere subdolamente dittatoriale non ha alcun motivo di esistere in quanto fallimentare nel garantire il suo unico vero scopo: la loro sicurezza.
Al diavolo le chat!
A questo punto, l’umanità tutta riscopre quanto valore ha il proprio vicino di casa, quanto prezioso sia il contatto umano vero (non so cosa darei per abbracciare i miei cari in questo momento, al diavolo le chat!), quanto insensato sia vivere per consumare.
Io ricordo che ai miei tempi non si viaggiava ogni weekend in aereo per 29.90 andata e ritorno, non si compravano compulsivamente scarpe da 39.90, non si buttava il 50% della spesa perché “ormai le carote non sono più belle”.