Svizzera, 12 giugno 2020
Adolescente manda lo stalker sessantenne all'ospedale, legittima difesa o aggressione?
La giustizia zurighese dovrà esprimersi nuovamente sul caso di uno stalker mandato all'ospedale dalla sua vittima, un 17enne, in un parco cittadino di Zurigo nel 2015. L'autore, minorenne ai tempi dei fatti, era stato condannato per gravi danni fisici dovuti a un eccesso di autodifesa. Il tribunale federale ha annullato la sentenza.
Il caso si è svolto a settembre 2015 presso il Klopstockpark di Zurigo. Il giovane era stato infastidito da un uomo di 64 anni che si masturbava di fronte a lui. Dopo aver chiamato la polizia, il giovane si è allontanato ma l'uomo lo ha seguito fino al parco dove ha avuto luogo il pestaggio.
Sentendosi minacciato, il giovane aveva preso a pugni l'esibizionista più volte. Soffrendo di diverse fratture del viso e di gravi traumi cranici, il 64enne ha trascorso dieci mesi in ospedale e in riabilitazione. Ancora oggi soffre delle conseguenze dei colpi subiti.
Assolto in primo grado dalla giustizia minorile, il giovane è stato invee condannato in seconda istanza nel gennaio 2019 a quattro mesi di carcere sospesi per gravi danni fisici causati dall'eccesso di autodifesa. Oltre alla condanna, la Corte suprema del canton Zurigo aveva
ordinato il giovane al pagamento di 43'000 franchi quali risarcimento.
Ma sia lo stalker che il giovane avevano presentato ricorso al Tribunale federale, il quale ha annullato la sentenza e rinviato il caso alla giustizia di Zurigo. In una sentenza emessa giovedì, ha sostanzialmente scoperto che la Corte Suprema aveva erroneamente applicato il principio di accusa.
I giudici zurighesi dovevano valutare i fatti stessi senza sentirsi vincolati dall'accusa, sottolineano i loro colleghi a Mon Repos. Soprattutto dal momento che questo documento si basava in gran parte sulle affermazioni del giovane, poiché l'uomo sessantenne ricorda solo parzialmente gli eventi.
Secondo il Tribunale penale del tribunale federale, i magistrati di Zurigo non potevano rinunciare a un esame approfondito della legittima difesa quando il giovane sosteneva di essersi sentito minacciato e quindi non potevano giudicare gli elementi descritti nell'accusa senza analizzare la credibilità dei due protagonisti.
Il caso viene quindi deferito alla Corte suprema di Zurigo, che dovrà anche pronunciarsi sulla divisione delle responsabilità che determinerà le conseguenze civili del caso.