Nel febbraio 2024, un diciannovenne pakistano aveva aggredito due educatrici con dei coltelli in un centro giovanile a Brüttisellen (ZH). Insoddisfatto del fatto che gli avessero confiscato il telefono, ne chiese la restituzione, brandendo due coltelli da cucina. Quando una delle insegnanti si rifiutò, lui la spinse a terra, la tirò per i capelli e la colpì due volte in faccia con uno dei coltelli.
Sono intervenuti una seconda educatrice e un tirocinante. Poi l'uomo ha aggredito la seconda donna, l'ha gettata a terra, le ha tirato i capelli e le ha inflitto la stessa sorte. Il tirocinante, anch'egli minacciato, è riuscito infine a disarmare l'aggressore colpendolo con un annaffiatoio. "Sono triste e mi pento delle mie azioni", ha detto mercoledì l'imputato al tribunale.
Il giovane era arrivato in Svizzera qualche anno prima dei fatti, all'età di 15 anni. All'epoca dell'incidente non aveva mai frequentato la scuola nel suo Paese e stava seguendo un corso di formazione per diventare operaio metalmeccanico. Già implicato nel 2021 in un altro caso domiciliare per aver minacciato un'educatrice con una scheggia di vetro, aveva poi dichiarato di non aver ferito nessuno.
Il tribunale distrettuale di Bülach lo ha dichiarato colpevole di tentato omicidio del primo insegnante, di lesioni personali gravi al secondo insegnante e di minacce al tirocinante. È stato quindi condannato a dieci anni di prigione e gli è vietato di entrare in Svizzera per dodici anni. Il giudice ha sottolineato la gravità dei fatti: “Lei ha agito per una ragione del tutto insignificante”.