Svizzera, 13 novembre 2020
In assistenza ma allo stesso tempo gestiva un garage di riparazioni
A Winterthur una coppia di macedoni del Nord con cinque figli ha beneficiato per anni dell'assistenza sociale, ricevendo importi fino a 5'000 franchi al mese, e questo nonostante il padre fosse il proprietario di un garage di riparazioni.
Attività che nemmeno andava male, come testimonia l'auto del valore di 63'000 franchi che guidava l'uomo, veicolo con cui si recava al lavoro ogni giorno. La vicenda viene riportata giovedì dal "Tages-Anzeiger", perché il caso è finito in tribunale. Scoperta la frode l'uomo che gestiva il garage e sua moglie rischiano quattro anni di carcere ciascuno.
I due, immigrati dal nord della Macedonia più di vent'anni fa, sono a beneficio dell'assistenza dal 1997. Ma per almeno nove anni, dal 2006 al 2015, non avrebbero dovuto ricevere questa assistenza sociale in quanto il padre della famiglia gestiva un garage per auto in un comune della campagna zurighese.
Un'attività, che come detto, nemmeno stava funzionando male. Secondo il "Tages-Anzeiger" l'uomo riparava e vendeva segretamente anche vecchie auto. E questo nonostante dal 2009 sia stato giudicato inabile al lavoro a
seguito di un incidente stradale. Ma l'incidente, secondo testimoni, non sarebbe stato così grave: "Zoppicava solo quando veniva chiamato ai servizi sociali".
Ma per anni le autorità non hanno avuto idea della frode, nemmeno quando è stato avvicinato dai dipendenti dei servizi sociali di Winterthur per le sue mani annerite e danneggiate, mani come quelle di molti meccanici che lavorano.
L'uomo al processo avrebbe già ammesso la frode. Tuttavia, contesta l'entità del reato. Secondo il giornale "Tages-Anzeiger", il pubblico ministero ha stimato che il macedone ha realizzato un profitto di mezzo milione di franchi con il garage. Lui sostiene di aver guadagnato circa 130'000 franchi.
Anche la moglie è stata accusata ma lei sostiene che non sapeva che non avevano diritto all'assistenza sociale. Ha detto: "Pensavo che fosse facile trovare i soldi in Svizzera". Con questo ragionamento, la donna non ha però convinto i giudici di Winterthur: giovedì è stata condannata a 24 mesi di carcere sospesi. Suo marito invece ha ricevuto una condanna di 33 mesi di carcere, di cui 12 da scontare.