Svizzera, 10 dicembre 2020
Sempre più voci critiche contro le misure del Consiglio federale
Dopo che diversi cantoni, associazioni e singoli esponenti politici si erano espressi criticamente sulle nuove misure anti-coronavirus paventate del Consiglio federale, giovedì è una commissione del Consiglio nazionale a esprimersi negativamente su un possibile inasprimento delle restrizioni.
"Nella lotta contro la diffusione del nuovo coronavirus, la Confederazione deve limitare l'imposizione di nuove misure più severe a quei Cantoni la cui situazione epidemiologica si sta deteriorando in modo preoccupante" si legge nel testo di una lettera inoltrata dalla Commissione delle assicurazioni sociali e della sanità pubblica (CSSS) del Consiglio nazionale al Consiglio federale per esprimere la sua opposizione alle misure annunciate martedì sera da Simonetta Sommaruga e Alain Berset.
Il CSSS si oppone al fatto che "i ristoranti, i bar, i club e i negozi devono chiudere alle 19.00 e che devono rimanere chiusi la domenica
e i giorni festivi". Propone che i ristoranti siano autorizzati ad aprire fino alle 22.00 e che i giorni 25 e 26 dicembre e 1° gennaio non siano chiusi, in quanto ciò sarebbe dannoso per le imprese.
Ha aggiunto: "Nelle ultime settimane, alcuni Cantoni hanno già adottato misure severe in risposta alla seconda ondata di coronavirus, in particolare ordinando la chiusura o la restrizione di ristoranti, negozi e locali culturali. Prima di adottare le misure in sé, il Consiglio federale dovrà valutare l'efficacia delle misure annunciate dai Cantoni nei giorni scorsi. (...) Nei Cantoni in cui la pandemia è sotto controllo, le autorità cantonali devono rimanere competenti".
La CSSS invita il Consiglio federale a non applicare divieti e restrizioni alle attività "se non adotta misure semplici e rapide in parallelo per compensare la perdita di entrate subita dai settori interessati".