Tra i temi in votazione il prossimo 7 marzo ci sarà anche l’accordo di partenariato economico con l’Indonesia. Si tratta di un accordo commerciale vantaggioso per la Svizzera ed in particolare per le sue piccole e medie imprese - come sappiamo duramente colpite dalla crisi pandemica - che costituiscono la maggioranza delle aziende esportatrici verso quel paese.
Con 271 milioni di abitanti, l’Indonesia è la quarta nazione più popolosa al mondo, con una classe media ed un potere d’acquisto in crescita. Già oggi l’Indonesia è un partner commerciale importante per l’economia elvetica, che vi esporta merci per circa mezzo miliardo di franchi all’anno.
Tuttavia il volume degli scambi ha ancora delle grosse potenzialità di crescita: un’opportunità da non perdere. Tanto più che la Svizzera arriva prima. Nel senso che né gli USA né l’UE hanno al momento sottoscritto un accordo come quello oggetto della votazione popolare del 7 marzo.
Con il nuovo trattato, i dazi sulle principali esportazioni svizzere verso l’Indonesia verranno aboliti. In compenso, i prodotti industriali indonesiani potranno essere esportati nel nostro Paese senza dazi. Oggetto dell’accordo sono dunque i prodotti industriali; non quelli agricoli.
Questi accordi di libero scambio sono particolarmente interessanti anche per un altro motivo: sono trattati commerciali con partner che, diversamente dall’UE, non pretendono come contropartita di comandare in casa nostra, imponendoci le loro leggi ed i loro giudici stranieri.
Ben vengano quindi i trattati commerciali che riducono la dipendenza della Svizzera dall’Unione europea. Uno è quello in votazione il 7 marzo. Un altro è l’accordo di libero scambio transpacifico (CPTPP). Questo trattato è stato sottoscritto nel 2018 tra 11 contraenti: