La studentessa che accusò Samuel Paty di averla fatta uscire dalla classe, in quanto musulmana, prima di mostrare le caricature di Charlie Hebdo ha ammesso che nemmeno frequentava il corso sulla laicità proposto dal professore il 6 ottobre 2020, ha detto il parigino, domenica 7 marzo. L'informazione è stata confermata dall'avvocato della ragazza, Mbeko Tabula, all'emittente BFMTV.
Durante questa lezione, l'insegnante aveva mostrato, solo agli studenti che volevano, le vignette di Maometto pubblicate nel giornale satirico Charlie Hebdo. Era stato decapitato da un terrorista dieci giorni dopo, il 16 ottobre, vicino alla sua scuola.
La ragazza, che frequenta la quarta classe della scuola secondaria di Bois-d'Aulne, aveva accusato Samuel Paty di stigmatizzare gli studenti musulmani durante lo scambio. Aveva sostenuto di essersi ribellata all'insegnante che, secondo lei, l'aveva esclusa dalle lezioni per due giorni. Una polemica si era poi gonfiata sui social network, alimentata in particolare da Brahim Chnina, il padre della studentessa, e Abdelhakim Sefroui, un attivista islamista. Qualche giorno dopo Abdullakh Anzorov, un giovane 18enne radicalizzato di origine cecena e pronto a fare la jihad, si era presentato davanti alla scuola di Paty e lo aveva brutalmente ucciso.
Anzorov aveva rivendicato la sua azione in un messaggio audio in russo in cui diceva di aver "vendicato il profeta" Maometto, accusando il professore di averlo "mostrato in modo insultante".
Nel frattempo l'inchiesta aveva stabilito che la studentessa universitaria era assente dal corso e che la sua esclusione di 48 ore dall'istituto era basata