Opinioni, 24 novembre 2021

"La Svizzera vedrà un incremento dei prezzi dell’energia"

L'opinione di Andrea Censi

È un mito da sfatare che la politica non dedichi sufficiente e necessario interesse alle questioni ambientali, ma è altresì un dato di fatto che queste scelte devono essere ben ponderate dal profilo costi-benefici. Vanno poste su una bilancia, e devono risultare sostenibili a livello economico ed equilibrate, per garantire sufficiente produzione energetica che permetta al nostro paese di essere indipendente. La Svizzera già oggi è all’avanguardia per quanto riguarda il controllo sulle emissioni di CO2. La popolazione, con l’approvazione della nuova strategia energetica, ha deciso di abbandonare il nucleare, metodo di produzione che obiettivamente resta uno dei più puliti, efficaci ed efficienti per la generazione di corrente elettrica. Chiuse le poche centrali atomiche che ancora abbiamo, non saremo più in grado di essere autosufficienti. I Verdi ed in generale la politica di sinistra e di centro, ci chiedono di rinunciare alle energie “sporche”, di abbandonare le automobili a combustibile fossile in favore di quelle elettriche, ma non ci mettono nelle condizioni di poterle far funzionare autonomamente. A breve termine saremo obbligati ad acquistare sempre più energia da altri paesi, che si avvalgono – e vogliono continuare ad avvalersi – di metodi produttivi assai più inquinanti dei nostri. 

La recente decisione de presidente francese Macron (non esattamente un esponente della destra anti-ambientalista) è
quantomeno indicativa. La Francia ha annunciato di voler continuare ad investire nelle centrali nucleari, lodandone per l’appunto il basso impatto ambientale. 

È inutile piangere sul latte versato, ma resto comunque convinto che l’abbandono del nucleare in Svizzera sia stata una scelta prematura, dettata da campagne politiche avventate. Se l’obiettivo era quello di liberarci delle centrali atomiche, il risultato è stato decisamente scadente. Le nazioni a noi vicine continueranno ad utilizzarle, e noi saremo costretti ad acquistare l’energia che loro producono con questi impianti. Oltre il danno, anche la beffa. Il nucleare c’è e resterà nel mondo, in Europa ed in prossimità dei nostri confini. La Svizzera vedrà un incremento dei prezzi dell’energia e sarà dipendente dalle nazioni che oggi ci tengono per “i baffi” nelle contrattazioni con l’UE per conservare la nostra indipendenza. Personalmente, dopo la rivisitazione degli obiettivi a livello mondiale, sì, mi aspetto dal nostro governo federale un adeguamento di rotta; rispettivamente e soprattutto, mi aspetto un piano di azione che possa essere realistico e raggiungibile. 

Insistere nel voler essere sempre i primi della classe non è per forza pagante. Non sempre i più studiosi, i più bravi a scuola, sono poi quelli che hanno raggiunto i migliori obiettivi nella vita.
 
Dal Mattino della Domenica

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