Svizzera, 26 dicembre 2021
I camionisti preparano un'iniziativa popolare, "autisti residenti in Svizzera o nei paesi limitrofi"
Il settore della logistica in Svizzera è in fermento e da anni i camionisti rivendicano condizioni di lavoro migliori. L'associazione di categoria Routiers Suisses si batte da anni per salari minimi più alti ma l'associazione dei veicoli commerciali Astag, che rappresenta i trasportatori, non ne vuole sapere.
Per questo i camionisti hanno intenzione di lanciare un'iniziativa popolare per “garantire l’approvvigionamento” della popolazione e dell’economia. “La pandemia ha mostrato che i camionisti hanno un’importanza sistemica e sono necessari al buon funzionamento della Svizzera", ha spiegato sulle pagine del SonntagsBlick David Piras, segretario generale dell’organizzazione di settore Routiers Suisses.
Gli iniziativisti hanno formulato misure concrete per raggiungere questi obiettivi. Per esempio, chiedono che le condizioni di lavoro e la remunerazione degli autisti siano "paragonabili a quelle di altre professioni". Inoltre, chiedono
un salario minimo obbligatorio.
La protezione contro la concorrenza straniera a basso costo è anche una preoccupazione centrale dei camionisti. Esigono quindi che coloro che effettuano operazioni di trasporto nel paese vivano e lavorino in Svizzera o, se necessario, nei paesi vicini. "In questo modo, il dumping salariale con gli autisti dell'Europa dell'Est dovrebbe finalmente finire", spiega David Piras.
I camionisti sperano che la popolazione dia loro ragione e il recente "sì" all'iniziativa sugli infermieri dà loro speranza. Tuttavia, questo non è stato il motivo principale della loro iniziativa, secondo Piras. "La causa scatenante è stata il fatto che l'Associazione svizzera dei trasporti stradali (Astag) ha ignorato le nostre richieste per anni. E poiché siamo politicamente neutrali e le nostre preoccupazioni non sono veramente importanti per i partiti, non vediamo altra soluzione che un'iniziativa popolare".