Una rinuncia dolorosa
La società biancoverde, attualmente presieduta da Andrea Prati, non ha perso comunque il suo status di guida o traino (fate voi) del movimento cantonale, anche se, come ci spiega Elio Calcagni, vice-presidente, nonché memoria storica del sodalizio, negli ultimi anni ha registrato un calo di corridori e non può più mettere in campo le stesse risorse economiche. Non è un caso che il Gran Premio di Lugano nel 2022 non si correrà. O perlomeno con la solita formula. “ Esatto – ci ha detto Elio, che abbiamo raggiunto al telefono negli scorsi giorni – Negli ultimi anni lo avevamo spostato a giugno, togliendolo in pratica dalla sua abituale collocazione, ora è probabile che cambieremo il format: la nostra idea è quella di fare una kermesse sul finire del mese di luglio”.
Elio Calcagni: partiamo proprio da qui.
La decisione di non disputare il Gran Premio di Lugano è dovuta ai problemi legati alla sicurezza delle e sulle strade. Ma anche per il fatto che organizzare una manifestazione di questo genere, che per anni è stato un fiore all’occhiello del ciclismo ticinese, diventa sempre più stressante e difficile. Abbiamo perciò deciso di allestire una kermesse per sabato 30 luglio prossimo.
Meno corse, insomma, ma non solo…
Stiamo vivendo un periodo particolarmente delicato. E questo non concerne solo il VC Lugano ma un po’ tutto il ciclismo cantonale. Mancano corridori, si fa fatica a reclutare nuove leve e le gare, appunto, diminuiscono. Una crisi di popolarità? Non direi, questo sport resta pur sempre uno dei più amati dal Sud delle Alpi. Forse è la paura dei genitori di mandare i loro figli ad allenarsi su strade pericolose e intasate. Il traffico è un grosso problema, ma non lo diciamo certo da adesso. Non è facile convincere i ragazzi a seguire il ciclismo: soprattutto in un contesto in cui hockey su ghiaccio e calcio la fanno da padroni. Tantissimi giovani prendono la strada della Resega o di Cornaredo.
Ma molti giovani scelgono la mountain bike.
Perché è uno sport che si fa e si vive nella natura. E soprattutto, non ci sono pericoli, vedi strade trafficate e automobilisti irrispettosi. Non è un caso che tutti i velo club ticinesi
abbiano avuto un crescente aumento di praticanti nella MB.
A proposito delle corse, aggiunge...
Negli Anni Settanta e Ottanta in Ticino ogni domenica di disputava una gara. A Lugano, a Brissago, nel Mendrisiotto, e via dicendo. E i corridori erano almeno il doppio di quelli odierni. Oggi le cose sono purtroppo cambiate. Come Velo club Lugano facciamo comunque il possibile per tenere viva questa passione, offrendo ai giovani le nostre conoscenze.
Grande prestigio
La storia del Velo Club Lugano, che ufficialmente è iniziata il 16 settembre 1890 (data di fondazione) ha vissuto momenti di grande splendore, grazie ad eventi prestigiosi. Uno su tutti, il campionato mondiale del 1953.
Gli anni Cinquanta del secolo scorso sono stati probabilmente quelli che hanno fatto crescere la popolarità del ciclismo. In Svizzera, come in tutto il resto del Continente. Grazie anche a corridori leggendari: penso a Fausto Coppi, a Gino Bartali o ai nostri Hugo Koblet e Ferdy Kübler, protagonisti di un periodo indimenticabile. E proprio nel 1953 il Velo Club Lugano salì alla ribalta quando si prese a carico l’organizzazione della rassegna iridata. Un’edizione ricordata ancora oggi: oltre duecentomila spettatori sulle strade luganesi, tantissimi italiani, e un vincitore leggendario quale Fausto Coppi.
A proposito delle corse, aggiunge...
Negli Anni Settanta e Ottanta in Ticino ogni domenica di disputava una gara. A Lugano, a Brissago, nel Mendrisiotto, e via dicendo. E i corridori erano almeno il doppio di quelli odierni. Oggi le cose sono purtroppo cambiate. Come Velo club Lugano facciamo comunque il possibile per tenere viva questa passione, offrendo ai giovani le nostre conoscenze.
Grande prestigio
La storia del Velo Club Lugano, che ufficialmente è iniziata il 16 settembre 1890 (data di fondazione) ha vissuto momenti di grande splendore, grazie ad eventi prestigiosi. Uno su tutti, il campionato mondiale del 1953.
Gli anni Cinquanta del secolo scorso sono stati probabilmente quelli che hanno fatto crescere la popolarità del ciclismo. In Svizzera, come in tutto il resto del Continente. Grazie anche a corridori leggendari: penso a Fausto Coppi, a Gino Bartali o ai nostri Hugo Koblet e Ferdy Kübler, protagonisti di un periodo indimenticabile. E proprio nel 1953 il Velo Club Lugano salì alla ribalta quando si prese a carico l’organizzazione della rassegna iridata. Un’edizione ricordata ancora oggi: oltre duecentomila spettatori sulle strade luganesi, tantissimi italiani, e un vincitore leggendario quale Fausto Coppi.
Non solo Mondiali.
Il Velo Club Lugano ha organizzato diversi arrivi di tappe del Tour de Suisse (per tre anni di fila il prologo: 2010, 2011 e 2012) ed ha pure ospitato il Giro d'Italia nel 2015, in occasione del suo 125esimo anno di vita. Per noi fu un grande onore poter ospitare la corsa rosa.
E poi naturalmente il Gran Premio di Lugano.
Che per alcune stagioni era la corsa svizzera più rinomata. Faceva parte della classe 1.HC. Che in pratica è la seconda per importanza dopo il World Tour UCI. Un impegno non indifferente, una manifestazione che con il tempo si è conquistata credibilità e apprezzamento da parte dei team e delle istituzioni del ciclismo.
Ma il VC Lugano è stato protagonista grazie anche ai suoi corridori.
Penso ad Attilio Moresi, che fu campione nazionale ma soprattutto vincitore del Tour de Suisse nel 1961. Ma ci sono stati altri corridori cresciuti nel nostro vivaio che ci hanno regalato grandi soddisfazione. Mi riferisco a Rubens Bertogliati, per un giorno maglia gialla al Tour de France 2002 o a mio figlio Patrick, che ha partecipato ad alcuni Mondiali con la maglia rossocrociata e ha vinto un titolo nazionale a cronometro.
Anche Elio Calcagni non era male...
Ho iniziato a correre nel 1964, ottenendo qualche risultato importante (sono stato campione ticinese); ho poi concluso la carriera sul finire degli Anni Settanta. Da allora ho svolto le funzioni di tecnico e dirigente. Il Velo Club Lugano rappresenta una parte importante della mia vita, anche se ora è giunto il momento di passare il testimone. A fine stagione smetterò. Esattamente 58 anni dopo la mia entrata in società.
Ci viene in mente un altro nome importante del Velo Club Lugano: Claudio Bertarelli.
Claudio, oltre a essere un grande competente e amante di ciclismo, è stato fondamentale per la crescita del movimento ticinese delle due ruote. Grazie ai suoi contributi giornalistici soprattutto sul Giornale del Popolo, il nostro ciclismo ha avuto tanta visibilità. Per anni colonna portante del Velo Club Lugano, Claudio è senza dubbio da ricordare come figura centrale della nostra società.
M.A.