Mondo, 17 settembre 2022
Aveva "rapito" la figlia per poi nascondersi in Svizzera, condannata a 5 anni di carcere in Francia
Una madre francese è stata condannata venerdì a cinque anni di carcere per il rapimento e la mancata presentazione di un bambino e per la denuncia calunniosa nei confronti dell'ex marito, dopo undici anni di fuga con la figlia Camille e la sua estradizione dalla Svizzera avvenuta quest'estate.
L'imputata, oggi 48enne, è stata condannata dal tribunale correzionale di Tolone, nel sud-est della Francia, alle stesse pene pronunciate contro di lei nel 2015 e nel 2016, quando era latitante, ossia due anni di carcere per denuncia calunniosa e tre anni di carcere con privazione dei diritti civili e parentali per non aver rappresentato il figlio.
Nelle sue osservazioni conclusive, il rappresentante del pubblico ministero, Dominique Mirkovic, ha chiesto la condanna di "una madre manipolatrice, che ha ordito un complotto contro il padre", respingendo la tesi della difesa "di una madre semplicemente preoccupata, che ha cercato di proteggere il figlio". La madre era scomparsa con la figlia di cinque anni nel 2011, nel contesto di un forte "conflitto coniugale", riconosciuto da entrambe le parti, per la custodia della bambina, dopo aver accusato il padre di stupro e violenza sessuale sulla figlia. Questa denuncia è
stata respinta.
L'imputata è stata finalmente estradata in agosto dalla Svizzera, dove era stata arrestata qualche mese prima dopo un banale controllo stradale a Morges, nel canton Vaud. Ha spiegato di essersi nascosta lì per sei o sette anni, dopo aver vissuto in "diversi Paesi". "Mia figlia è la vittima e continuerò a dirlo. Non sono responsabile", ha ribadito la 48enne in risposta alla sentenza.
L'udienza di venerdì è durata quasi cinque ore, in un contesto teso tra l'imputata e la sua difesa e il presidente del tribunale, mentre diverse persone manifestavano il loro sostegno alla madre di Camille fuori dal tribunale. Il padre, parte civile, ha dichiarato di non riuscire a "smettere di pensare che (sua) figlia sia incasinata", perché "alienata dalla madre". L'adolescente, ora 16enne, è sotto la custodia delle autorità svizzere e rifiuta ogni contatto con il padre.
Il tribunale ha riconosciuto al padre 25'000 euro di risarcimento per il danno subito e 1'500 euro per le spese sostenute. Gli avvocati della madre hanno dal canto loro sostenuto che il posto della loro cliente era "con la figlia in Svizzera".