DOHA (Qatar) – La vittoria colta all’esordio del Mondiale qatariota, forse, ci aveva un po’ illusi. Sì perché della sfida contro il Camerun avremmo dovuto salvare solo il risultato, soltanto l’1-0 firmato da Embolo perché la Svizzera certo non aveva emozionato, anzi… e se il recente passato poteva farci ben sperare per lo scontro diretto col Brasile – visto che con le grandi tra Mondiale, Europeo, Nations League e qualificazioni al Mondiale avevamo sempre fatto bene, senza sfigurare – la partita di ieri di Doha ci ha fatto svegliare dal sogno.
Per carità, la Svizzera ha giocato in modo quadrato difensivamente, non concedendo praticamente nulla ai Pentacampones se non in due occasioni – gol compreso – ma per una sfida che metteva in palio la qualificazione agli ottavi di finale in caso di vittoria potevamo aspettarci di più… molto di più… anche da parte di Murat Yakin che invece ha preferito chiudersi e, dovendo rinunciare a Shaqiri, ha deciso di puntare su un giovane all’esordio intercontinentale (Rieder) piuttosto che tentare il tutto per tutto inserendo ad esempio Seferovic. Era chiedere troppo? Evidentemente sì. Eppure il gioco valeva la candela…
La sconfitta rimediata contro il Brasile (stiamo pur sempre parlando del Brasile!) ha fatto storcere il naso non solo perché ora ci dovremo giocare il passaggio del turno nell’ultima sfida contro la Serbia – e gli incubi di quanto avvenuto con Xhaka, Shaqiri e Lichtsteiner quattro anni fa all’Arena Baltica di Kaliningrad sono ben presenti nei nostri ricordi – sia perché senza lo stesso Shaqiri sembra che questa Nazionale faccia fatica a inventare qualcosa. Per carità, non che contro il Camerun l’ex Bayern e Inter abbia illuminato la scena, ma è altrettanto vero che nei Mondiali il numero 23 rossocrociato ha spesso messo la sua firma. Ieri sera invece, la Svizzera si è solo accontentata, senza provare mai a graffiare, senza un sussulto, senza un lampo e questo, sicuramente, farà discutere molto da qui a venerdì quando i serbi ci aspetteranno al varco.