Fabrizio Cieslakiewicz: le Grand Depart del Tour de France è ormai un sogno infranto. Ci sono speranze che nel futuro si possa tornare a discuterne e magari ad organizzare una partenza della Grande Boucle in Ticino?
Non direi che è un sogno infranto. Sono sicuro che prima o poi questa manifestazione si riuscirà a portarla in Ticino. Le premesse non erano quelle giuste.
Avete qualcosa di concreto nel cassetto? Oppure avete rinunciato definitivamente?
Direi che di concreto non c’è nulla. Un progetto del genere può essere realizzato solo con il sostegno finanziario dell’ente pubblico; senza questo è inutile pensare ad altro.
Certo che sarebbe stato fantastico il Tour nel nostro Ticino, terra di ciclismo.
Chiaro che sarebbe stato fantastico. Però bisogna anche rispettare le decisioni di chi ha un ruolo determinante nel sostenere il progetto. Purtroppo abbiamo proposto quest’idea in un momento dove le priorità sono altre.
Il governo ha risposto picche: una posizione che a molti è parsa severa e pure incomprensibile.
Non compete a me entrare nel merito delle discussioni politiche. Abbiamo presentato la nostra idea al Consiglio di Stato ed il Consiglio di Stato ha risposto motivando la sua decisione. Sappiamo tutti che la situazione finanziaria non è facile, sono in corso interventi che andranno a toccare anche le persone per cui il governo ha fatto le proprie considerazioni ed è arrivato a questa decisione.
Si dice: in Ticino ci sono tante buone idee ma realizzarle è dura.
Penso che bisogna partire dal fatto che siamo unpiccolo territorio che piace a chi ci guardadall’esterno, ma che non ha illimitate risorsefinanziarie ed anche logistiche. Questo purtroppodiminuisce di parecchio le possibilità di realizzare queste idee. Bisogna perseverare e capire cosa fa al caso nostro e sono sicuro che su 10 proposte almeno una si concretizzerà. Per esempio: visto il successo della nostra nazionale di disco su ghiaccio, perché non proporre per esempio un mondiale con base in Ticino e Grigioni?
Certo che sarebbe stato fantastico il Tour nel nostro Ticino, terra di ciclismo.
Chiaro che sarebbe stato fantastico. Però bisogna anche rispettare le decisioni di chi ha un ruolo determinante nel sostenere il progetto. Purtroppo abbiamo proposto quest’idea in un momento dove le priorità sono altre.
Il governo ha risposto picche: una posizione che a molti è parsa severa e pure incomprensibile.
Non compete a me entrare nel merito delle discussioni politiche. Abbiamo presentato la nostra idea al Consiglio di Stato ed il Consiglio di Stato ha risposto motivando la sua decisione. Sappiamo tutti che la situazione finanziaria non è facile, sono in corso interventi che andranno a toccare anche le persone per cui il governo ha fatto le proprie considerazioni ed è arrivato a questa decisione.
Si dice: in Ticino ci sono tante buone idee ma realizzarle è dura.
Penso che bisogna partire dal fatto che siamo unpiccolo territorio che piace a chi ci guardadall’esterno, ma che non ha illimitate risorsefinanziarie ed anche logistiche. Questo purtroppodiminuisce di parecchio le possibilità di realizzare queste idee. Bisogna perseverare e capire cosa fa al caso nostro e sono sicuro che su 10 proposte almeno una si concretizzerà. Per esempio: visto il successo della nostra nazionale di disco su ghiaccio, perché non proporre per esempio un mondiale con base in Ticino e Grigioni?
Quella del Grand Départ è stata una occasione persa. Ma anche in altri campi succede la stessa cosa…
Questo non lo so, mi sembra che sul nostro territorio vengano proposte una moltitudine di iniziative sportive, culturali ed ambientali. Sicuramente si potrebbe fare di più ma come dice un vecchio adagio “c’est l’argent qui fait la guerre”.
Qualcuno ha parlato di disfattismo. Concorda?
Non direi, questo Cantone deve essere propositivo e costruttivo a partire da ogni singolo cittadino. Viviamo una realtà unica, con le sue difficoltà e problemi. Bisogna crederci e costruire assieme e sicuramente questa sensazione di disfattismo andrà affievolendosi.
Non sarebbe il caso di creare un pool di persone che possa promuovere lo sport in Ticino con iniziative mirate che aiutino anche il territorio dal punto di vista economico?
Trovo che sul nostro territorio ci sono tante persone che promuovono lo sport in tutte le sue sfaccettature. Creare un pool è sbagliato perché si arrischierebbe di dimenticare anche sport marginali che hanno comunque la loro importanza. Sin d’ora ho sempre visto che questo Cantone quando deve unirsi riesce ad unirsi ed a realizzare grandi cose.
Non ci resta che il Tour de Suisse. Un déjà vu, comunque…
E’ sempre una manifestazione interessante che va un po’ rilanciata. Negli ultimi anni ha perso purtroppo questo fascino nazionale e lo si è visto anche nella presenza di pubblico.
Dalla sua provocazione “un Mondiale a Bellinzona” al Grand Départ fallito per il niet governativo: non si sente un po' frustrato?
No, per niente! Io ho a cuore questo Cantone per cui non finirò mai di avere delle idee che lo possano valorizzare e far cresce nel mondo. Il Grand Départ un giorno arriverà in Ticino, ne sono sicuro. Colgo l’occasione, se me lo permette, di ringraziare i compagni di viaggio di questa iniziativa, in modo particolare Antonio Ferretti che grazie ai suoi trascorsi di giornalista e opioninista televisivo ha permesso di poter aver il legame diretto con il direttore della Grande Boucle.
M.A.